
Un procedimento in piedi da sei anni: si torna davanti al giudice martedì
Martedì prossimo ci sarà il quindicesimo presidio dei militanti del Collettivo Antipsichiatrico "Antonin Artaud" di Pisa (che annuncia l’iniziativa) sotto il Tribunale di Pisa in occasione di una nuova udienza del processo sui presunti maltrattamenti nella struttura di Montalto di Fauglia che – all’epoca dei fatti – era gestita dalla Fondazione Stella Maris. Siamo sempre dentro l’istruttoria dibattimentale. La parola va alla difesa. In questa udienza dovrebbe essere ascoltato – si apprende – il nuovo consulente tecnico della difesa di alcune parti. ll processo va avanti da oltre sei anni: le udienze sono diradate considerando l’elevato numero di testimoni. Si tratta di uno dei più corposi processi sulla disabilità in Italia. Nel periodo della pandemia è stato ospitato nel Palazzo dei Congressi di Pisa.
L’indagine sulla struttura di Montalto a Fauglia scattò in seguito alla denuncia di una coppia di genitori di un paziente. Da qui la decisione degli inquirenti, nel 2016, di installare le microspie nella residenza: le intercettazioni andarono avanti per tre mesi. In quelle sequenze c’è, per gli inquirenti, "rappresentato" il capo d’imputazione con cui si è arrivati dall’indagine all’aula penale. Sono 14 le persone sul banco degli imputati, a vario titolo, nel processo nel quale, oltre i genitori delle presunte vittime, sono parti civili anche Telefono Viola, Anmic e Agosm. Un processo passato in questi anni da udienze durissime e lunghe. A partire – ricordiamo – da una delle prime. Proprio in piena pandemia e a Palazzo dei Congressi. Sul maxischermo dell’aula scorsero le immagini dei video ripresi della microcamere istallate dal nucleo investigativo dei carabinieri. Quelli nelle cui sequenze è riunito, appunto, il caposaldo dell’accusa sostenuta dal pubblico ministero Fabio Pelosi. Quelli che secondo gli inquirenti racconterebbero una pluralità di condotte illecite, da parte di operatori della struttura, costituite da ripetuti atti di vessazione fisica e morale ai danni di persone affette in vario grado da disabilità neuropsichica ospitate nel centro: frame di una manciata di secondi, singoli episodi per ogni parte offesa e per ogni operatore che si sarebbe reso responsabile delle condotte per cui è finito a processo. Il processo di primo grado – davanti il giudice Susanna Messina – è ancora in corso e ora, appunto, i difensori stanno portando avanti la loro attività ed è previsto l’esame del consulente. In campo un parterre di difensori di prim’ordine schierato per offrire al giudice un’altra lettura dei fatti.
Carlo Baroni