CASTELFRANCOSei anni di reiterate condotte violente, sia fisiche che psicologiche. Sei anni di inferno per una madre che in tutto questo tempo è stata letteralmente terrorrizzata dalla figlia cinquantenne. Le violenze fisiche (botte, aggressioni, continue urla e minacce) e psicologiche (momenti devastanti per la settantenne) sarebbero stati messi in atto dalla cinquantenne anche alla presenza della figlia, minorenne. Ieri mattina i carabinieri della stazione di Castelfranco hanno posto fine a questo vero e proprio inferno domestico dando esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del tribunale di Pisa tramite l’applicazione della misura dell’allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento alla persona offesa.
La cinquantenne, in sostanza, è stata obbligata a lasciare la casa dove ha vissuto finora con la mamma e la figlia e non potrà avvicinare la donna che le ha dato la vita e che lei, in più occasioni e per sei lunghi anni, ha maltrattato pesantemente. Le indagini dei carabinieri hanno preso avvio dopo una denuncia. Sentita la vittima e ricostruito tutto l’inquietante contorno, i militari dell’Arma della stazione di corso Remo Bertoncini sono arrivati a chiudere il cerchio e hanno inviato una dettagliata informativa alla Procura.
"Il lavoro dei militari dell’Arma di Castelfranco – specifica in una nota il comando provinciale – Ha permesso di accertare come la donna, a partire dal 2018 e fino allo scorso giugno, abbia sottoposto la madre, a reiterate condotte violente, sia fisiche che psicologiche. Tali comportamenti si sono protratti nel tempo, creando un clima di costante tensione e paura all’interno del nucleo familiare, aggravato dalla presenza della figlia minore, affidata alla nonna dal Tribunale per i minorenni. Grazie alle prove raccolte dai carabinieri, il giudice ha ritenuto sussistenti gravi indizi di colpevolezza a carico della donna, disponendo la misura cautelare che la allontana dalla casa familiare e vieta ogni forma di contatto con la madre. Un segnale importante che dimostra come la denuncia sia l’arma più efficace per uscire da situazioni di violenza e ottenere giustizia". Del caso si stanno occupando due Procure. Quella pisana e quella per i minorenni.
g.n.