La parola Cyberbullismo è formata dal prefisso "cyber" che significa "digitale, legato a internet" e dalla parola bullismo che deriva dalla parola inglese bullying (to bull) ovvero "maltrattare". Il cyberbullismo è quindi una forma di bullismo attraverso strumenti telematici. Prende forma attraverso messaggi, commenti e foto pubblicate sul web di una vittima senza il suo permesso. Come il bullismo tradizionale, anche il cyberbullismo può manifestarsi in diverse forme: in modo diretto quando l’aggressore bullizza la vittima (spesso ci sono diverse persone ad aiutare il bullo o la bulla) o in modo indiretto vale a dire quando si assiste o si conosce un atto di bullismo senza denunciarlo: mantenendo il silenzio, si sostiene il bullo. La cosa più importante è aiutare la vittima e non farla isolare, l’accaduto va subito raccontato ad un professore, un genitore o ad una persona di cui ci si fida. In Italia esiste una legge contro il cyberbullismo: è la 71 del 29 maggio 2017. Il provvedimento introduce una serie di misure finalizzate a favorire una maggior consapevolezza tra i giovani dei comportamenti persecutori che isolano ed emarginano la vittima. La prima vittima di cyberbullismo è stata Carolina Picchio. Le sue ultime parole in un biglietto: "Le parole fanno più male delle botte".
CronacaChe cosa è il cyberbullismo: diretto e indiretto Colpevole chi lo commette e chi non denuncia