Chiude la scuola ex Giovanni XXIII: "Non c’è sicurezza strutturale"

La decisione del sindaco Fabio Mini. I bambini e le bambine saranno sistemati in altri locali già individuati

Chiude la scuola ex Giovanni XXIII: "Non c’è sicurezza strutturale"

Il sindaco Mini chiude l’edificio di via Matteotti che ospita asilo nido e scuola dell’infanzia gestite dalla coop San Tommaso d’Aquino

L’asilo nido e la scuola dell’infanzia ex Giovanni XXIII privata paritaria, gestita dalla cooperativa San Tommaso D’Aquino, fino ad ora nelle strutture di proprietà del comune in via Matteotti, deve cambiare sede. L’immobile è stato chiuso dal sindaco Fabio Mini a causa di una situazione strutturale non più sostenibili. Però c’è anche la buona notizia, i bambini da lunedì potranno tornare a scuola perché il municipio si è fatto promotore della ricerca di nuovi spazi dove garantire la continuità del servizio educativo. I bambini sono stati sistemati in altre strutture che da lunedì prossimo apriranno i propri cancelli.

A Villa Duranti, anche grazie alla disponibilità della Misericordia, è stato trasferita l’unica classe dell’asilo nido, gestito dalla cooperativa San Tommaso D’Aquino, mentre le due sezioni della scuola materna sono state trasferite al primo piano di villa Cavallini di proprietà del comune, sopra il centro di preparazione dei pasti scolastici, vicino all’asilo comunale il Bruco, anche qui la prima campanella suonerà il prossimo lunedì mattina. "La situazione che abbiamo trovato nella struttura dell’ex convento, dove per capirci insisteva la Giovanni XXIII, non era più sostenibile per problemi di sicurezza strutturale – spiega il sindaco Fabio Mini -. Noi siamo stati costretti a chiudere l’edificio, perché non avremmo potuto garantire la dovuta sicurezza ai bambini. A luglio ci siamo insediati come amministrazione e questo è stato uno dei primi problemi che è emerso. La precedente amministrazione aveva promesso un intervento di ristrutturazione per mettere in sicurezza la scuola, ma in realtà ci siamo resi conto che non era praticabile, basta dire che durante la primavera scorsa, una porzione di tetto del primo piano aveva dato evidenti segni di cedimento".

"Quindi non sarebbe servito un piccolo intervento di ristrutturazione, ma un imponente lavoro di cui nell’immediato non ci saremmo potuti fare carico, né dal punto di vista economico, né dal punto di vista dei tempi, troppo stretti – prosegue il sindaco –. Non so come, chi ci ha preceduto abbia deciso di utilizzare nell’anno precedente questa struttura e come pensasse di intervenire per l’anno scolastico che sta per partire, ma a noi la situazione è risultata, anche sulla base dei riscontri tecnici insostenibile, francamente non me la sono sentita di mandare dei bambini in una struttura, dove poche settimane prima ha ceduto un pezzo significativo di tetto e dove vi sono evidenti situazioni di potenziale pericolo".

C. B.