ILENIA PISTOLESI
Cronaca

Cieco da un occhio per la lite al bar. Condannato l’aggressore

Furioso diverbio in una birreria durante una riunione tra agricoltori. Una scheggia di vetro del boccale provocò una ferita irreversibile

Un'aula di tribunale (foto di repertorio)

Un'aula di tribunale (foto di repertorio)

Volterra, 20 giugno 2024 – Una riunione serale in una birreria di Volterra che, qualche anno fa, si concluse con un epilogo drammatico: un agricoltore di 66 anni, fu colpito da un collega di 47 anni con un boccale di birra in volto, perdendo completamente l’uso di un occhio. Ora è giunta la sentenza di primo grado con la motivazione, che ha condannato il 47enne, a giudizio per il reato di lesioni gravi, a due anni di reclusione, pena sospesa con 6 mesi di lavori di pubblica utilità. L’imputato è stato condannato inoltre a una provvisionale di 80 mila euro e al pagamento delle spese processuali.

Le motivazioni ascritte in sentenza di primo grado ripercorrono l’intero iter giudiziario e confermano, in sostanza, l’imputato colpevole per lesioni gravi: torniamo all’estate del 2017 quando durante una riunione serale tra agricoltori in un locale del centro, qualcosa inizia a andare storto. La vittima di 66 anni, che si è costituito parte civile e in aula è stato difeso dall’avvocato Giulia Verdianelli di Volterra, a un certo punto ha dichiarato che "a seguito del pervicace atteggiamento insolente dell’imputato nei confronti di tutti i presenti", si è alzato per abbandonare la riunione. Le versioni rese da vittima e imputato sono in netta divergenza, poiché la vittima, il 66enne, ha ricostruito i fatti asserendo che l’altro, inveendo, gli è andato incontro e lui ha allontanato il contendente con una mano.

E l’imputato in quegli attimi concitati gli ha scagliato in faccia un boccale di birra: il vetro, trapassando l’occhio sinistro, ha fatto perdere la vista al 66enne dallo stesso occhio. Secondo le tesi dell’imputato, invece, il 66enne lo ha stretto per il collo, sferrandogli un pugno in testa e a quel punto, la lesione permanente all’occhio sarebbe stata provocata involontariamente. La sentenza del giudice ha dichiarato la narrazione dell’imputato come "intrinsecamente inverosimile" oltre a "risultare vano ogni tentativo di offrire una giustificazione a una condotta manifestamente e impulsivamente violenta". Inoltre, come riportato nella motivazione della sentenza, "la versione dell’imputato è stata smentita da più testimoni, corroborando così la versione della persona offesa che, sin dal primo accesso al pronto soccorso, dichiarava che dopo aver respinto con una mano l’imputato che gli andava incontro, era stato colpito al volto".