Saverio Bargagna
Cronaca

La privacy della nonna

Il commento

Saverio Bargagna

Pontedera, 18 ottobre 2015 - MI RICORDO da bambino, quando accompagnavo la nonna dal dottore. La fila infinita, i giornalini scandalistici sul tavolino, l’odore di disinfettante e le chiacchiere senza fine che quando uscivi avevi la testa piena come un uovo.

Chi raccontava i suoi malanni, chi i malanni della moglie e chi della moglie dell’amico che si è fatta l’amante: «O chi è? La Paola? Non ci credo mica». Oggi, dal dottore, nessun under 40 (la mia generazione) ti rivolge parola. Dei malanni della moglie o dell’amico con la ganza lo stanno leggendo su Facebook. E te puoi anche «schiattare» al loro fianco che, stai tranquillo, non ti guardano neppure. Già, morire senza che nessuno ti degni di uno sguardo. Ieri abbiamo raccontato della tragica fine di Giovanni Lazzaro.

E in fondo al nostro articolo di ieri, il collega Carlo Baroni ha sottolineato come: «nessuno si sia fermato». Il traffico è proseguito sereno e beato per qualche minuto come se niente fosse accaduto. Solo una signora ha chiamato i carabinieri, lasciando il nome, e segnalando il fuoco e l’incidente. Dove erano tutti gli altri con la mente? Dov’è l’umanità? La differenza fra reale e virtuale esiste ancora? Se c’è da farsi un selfie con una pizza condividiamo l’esperienza con l’universo-mondo.

Ma se qualcuno ci muore davanti, ci voltiamo dall’altra parte magari per poi mettere «Mi piace» sul sito di turno che riporta la tragica notizia. Ognuno sempre più chiuso in una scatoletta, come se non fossimo tutti nello stesso mare: «Dopotutto c’è la privacy». Povera la mia nonna Lina che della «privacy» se ne sbatteva ma tornava dal dottore con un sorriso. Buona domenica.