Contratto calzaturieri. Raggiunto l’accordo

Dopo una lunga trattativa c’è l’intesa sugli aumenti retributivi e welfare. Assocalzaturifici: "Siamo soddisfatti anche su alcuni aspetti sociali".

Contratto calzaturieri. Raggiunto l’accordo

Contratto calzaturieri. Raggiunto l’accordo

COMPRENSORIO

Il nuovo contratto dei calzaturieri è realtà. E’ stato raggiunto l’accordo che prevede la decorrenza dal primo gennaio 2024 e durata fino al 31 dicembre 2026. Assocalzaturifici, Filctem - Cgil, Femca - Cisl e Uiltec - Uil hanno raggiunto l’intesa dopo mesi di una trattativa iniziata lo scorso anno, dopo la scadenza. Lo rende noto Assocalzaturifici, specificando che è previsto l’aumento dei minimi retributivi di 191 euro (quarto livello) suddiviso in tre tranche: 90 euro dal primo agosto 2024, 51 euro dal primo agosto 2025 e 50 euro dal primo agosto 2026. In merito al primo livello, la retribuzione minima, in aggiunta a quanto concordato, è incrementata di un ulteriore importo pari a 186,76 euro erogati a partire dal primo gennaio 2025. Secondo l’associazione – si apprende – tra le novità più significative del contratto calzaturiero vi sono l’implementazione di azioni per prevenire e contrastare la violenza di genere, oltre alla grande spinta al welfare potenziando l’assistenza sanitaria per tutti i lavoratori e, tra i primi in Italia a tutelare economicamente i lavoratori che dovessero diventare non autosufficienti. "Siamo soddisfatti per la conclusione di questa trattativa - spiega Giovanna Ceolini, presidente di Assocalzaturifici - che ha puntato non solo ad un aumento delle retribuzioni ma anche focalizzato l’attenzione sul welfare e sugli aspetti sociali rendendo più appetibile il nostro settore. Siamo certi che darà una ulteriore spinta alla ripartenza di un comparto che rappresenta uno dei motori economici del comparto manifatturiero italiano".

Un dato importante questo rinnovo, anche perché arriva in una fase delicatissime per il comparto, alla luce della crisi che sta interessando tutta la filiera della moda. Gli stessi sindacati, nei giorni scorsi, hanno lanciato l’allarme per tutto il Comprensorio del Cuoio dove, per la giuntura, sono stati persi già oltre 200 posti di lavoro nella filiera della pelle. Ma a preoccupare sono le prospettive che non intravedono segnali di ripresa significativa fino ai primi mesi del 2025, traguardo al quale - secondo i sindacati - molte aziende potrebbero non farcela ad arrivare. Un 2024, quello arrivato a metà percorso, iniziato male anche per il mondo della scarpa con cali a doppia cifra sia nell’export che nella produzione.