Pontedera (Pisa), 20 agosto 2020 - Due ponti sulla strada provinciale del Montevaso, tra Chianni e Castellina Marittima, sono stati parzialmente chiusi al traffico con l’istituzione del senso unico alternato. Stando alla relazione dei tecnici della provincia di Pisa e dell’Università – con la quale l’ente ha una convenzione per questo tipo di rilievi – presenterebbero segni di cedimento.
I due ponti si trovano in prossimità delle cascate del Ghiaccione, una delle attrattive per chi cerca di refrigerio durante la calura estiva. Anche per questo motivo l’ordinanza della provincia dispone di "limitare la possibilità di accedere all’intradosso del ponte con idonea cartellonistica e creare un percorso dedicato da bordo strada per l’accesso alle cascate del Ghiaccione". Sui due ponti si sono aperte crepe ben visibili sia sulla sede stradale che sugli archi in mattoni.
La strada provinciale 48 del Montevaso non è trafficatissima, ma è pur sempre una arteria a valenza provinciale, che collega due Comuni e utilizzata anche per raggiungere le località della costa livornese. E’ la provinciale 48. I cedimenti sono stati riscontrati all’altezza del chilometro 12. "E’ affetto da un importante quadro fessurativo che potrebbe compromettere la statica, totale o parziale, dell’opera – è quanto si legge nella relazione allegata all’ordinanza con la quale la Provincia istituisce il senso unico alternato", disponendo inoltre il divieto di transito sul ponte a veicoli superiori a 7,5 tonnellate e riducendo la velocità di percorrenza dello stesso manufatto a 20 chilometri orari.
"Dal sopralluogo effettuato – si legge ancora nella relazione dei tecnici della Provincia di Pisa e dell’Università – è emerso un importante degrado degli elementi costituenti le opere d’arte in oggetto con particolare riferimento al ponte situato al chilometro 12+200. Da un successivo confronto, i dissesti rilevati confermano quanto già segnalato nella scheda di valutazione fornita dall’Università di Pisa per il ponte al chilometro 12+200. Il confronto tuttavia non consente di valutare un’eventuale evoluzione dei dissesti per l’assenza di rilievi e misurazioni di dettaglio. Da tenere in considerazione che la classe di attenzione per il rischio strutturale e fondazionale 'media’ deriva dallo scarso traffico veicolare che interessa l’opera d’arte".
Altrimenti, escludendo nella classificazione del pericolo il livello di utilizzo dell’infrastruttura, la classe di pericolosità e la classe di vulnerabilità risultano di livello ’medio-alta’. Insomma, il pericolo c’è e i tecnici non lo sottovalutano per niente. Sia per chi viaggia in auto o con qualsiasi altro veicolo sul ponte, sia per chi a piedi raggiunge le cascate del Ghiaccione risalendo il torrente. "Un aggravante della situazione", secondo i tecnici. "Tale circostanza, infatti – affermano ancora gli esperti inviati dalla Provincia per i sopralluoghi di febbraio e quello più recente dei giorni scorsi – espone i possibili utenti al rischio di caduta del materiale dall’alto viste le precarie condizioni di equilibrio di alcuni elementi presenti in quota".
C’è il rischio, insomma, che dal ponte cadano calcinacci o pezzi di mattone che potrebbero finire in testa a chi va a cercare il fresco alle cascate del Ghiaccione. Secondo i tecnici occorrono ulteriori e più approfonditi studi per decidere qualci interventi di restaurto mettere in atto sia sulla campata e sugli archi che per le altre parti strutturali.