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Crisi della moda e imprese. I nodi dei contoterzisti: "Il 2025 non sarà facile"

La congiuntura fotografata da uno studio su 119 imprese del comprensorio. L’iniziativa di Cna per decidere le contromosse: "I dati sono preoccupanti".

Crisi della moda e imprese. I nodi dei contoterzisti: "Il 2025 non sarà facile"

Uno studio per comprendere la natura della crisi della pelletteria e trovare gli strumenti per affrontarla

Il 73% delle imprese esaminate prevede una riduzione del fatturato, di queste il 38% prevede una diminuzione superiore al 20%. E’ uno dei numeri della crisi. Il dato emerge dalla ricerca, commissionata da Cna Toscana e dalla Fondazione Cna Opera, al professor Gaetano Aiello dell’Università di Firenze su un campione di 119 aziende del Comprensorio adereni ad Assa. La ricerca è stata presentata ieri. Lo scopo? "Avere un quadro chiaro per trovare soluzioni", ha detto il presidente di Cna Toscana Luca Tonini. "La crisi si va facendo sempre più profonda – ha sottolineato il direttore di Cna Pisa Giuseppe Sardu –. Noi, già nel 2023, avevamo lanciato il primo alert". La ricerca ha messo sotto al lente i dati storici degli ultimi 5 anni per il settore della concia: prima si è assistito ad una ripresa con crescita del fatturato tra il 2019 e il 2022 con un più 8%; nel 2023 inizia l’inversione di tendenza con una diminuzione che è arrivata al meno 10% tra il 2022 e il 2023. E sicuramente si aggraverà anche alla luce delle previsioni degli imprenditori stessi. Perchè anche il prossimo anno – stando alle previsioni - sarà critico. Sul fronte del ricorso alla cassa integrazione le aziende associate ad Assa affermano di averne fatto ricorso il 44% nel 2023 e ben il 65% quest’anno. La situazione che si è venuta a creare porta al rallentamento anche degli investimenti tra il 2023 e il 2024: le aziende prevedono di mantenerli invariati, quasi nessuno, ovviamente li incrementerà, ed il 30% procederà ad una riduzione significativa.

"La crisi nasce nella seconda metà del 2023- spiega Aiello – e poi arriva ad un forte peggioramento nel 2024: tutto questo è una conseguenza della crisi del mercato che vede una riduzione di fatturato delle principali griffe dovuto alla crisi del lusso con particolare riferimento ad alcuni mercati come la Cina, ma non solo. Prevediamo un 2025 non facile". "I dati sono preoccupanti – aggiunge Tonini – e comincia a profilarsi il passaggio da crisi congiunturale a crisi strutturale, speriamo che non sia così. Nonostante questo Cna sta studiando dei sistemi per mettere a riparo le proprie imprese da un mondo dell’artigianato che cambia in tutti i suoi aspetti". Le prime misure: "Le 8 settimane di gig bastano per arrivare a fine anno – ha concluso Tonini - Ne servono almentro altre 8 o 12".

Carlo Baroni