Crisi della moda e politica: "La Regione ora sostenga l’impianto di depurazione"

Mozione di Forza Italia sugli extra flussi da restituire all’impianto Cuoiodepur "Si parla di 2 milioni per mancati ricavi e circa 1,5 milioni di maggiori costi".

Crisi della moda e politica: "La Regione ora sostenga l’impianto di depurazione"

La crisi della filiera della pelle è da giorni al centro del dibattito politico. A diversi livelli. Ma anche le soluzioni di sostegno, potrebbero venire da più fronti. Forza Italia San Miniato ha preparato una mozione al sindaco e alla giunta. "Stiamo attraversando un momento di grave crisi del settore moda che investe tutto il comparto conciario – spiega il gruppo azzurro, guidato da Paolo Vallini –. Una situazione, che sta diventando strutturale a causa delle tensioni internazionali che tra i sintomi hanno anche la registrazione di molti licenziamenti nelle imprese di settore e del conto terzi". Anche la Regione, secondo Forza Italia, può fare qualcosa. E in tempi brevi. La mozione – se sarà approvata – impegna il sidaco a far pressione sulla Regione Toscana affinché "sia tolta da subito la diffida perentoria a trattare qualsiasi tipo di rifiuti liquidi ripristinando di fatto le condizioni esistenti fino a due-tre anni fa". La Cuoiodepur - ricoda il gruppo azzurro – depura scarichi industriali delle attività produttive e scarichi civili delle abitazioni, e a partire dagli anni ‘ 80 ha effettuato il servizio di trattamento degli extra flussi su autobotte nel rispetto della normativa di legge. "Tale attività - si legge – si è sempre svolta senza nessun rilievo da parte degli enti di controllo e in assenza di riscontri ambientali negativi: non appaiono chiari i motivi che hanno indotto la Regione a diffidare in maniera perentoria a trattare qualsiasi tipo di rifiuti liquidi. In conseguenza di ciò tutti gli scarichi delle abitazioni, i percolati delle discariche dismesse presenti nel territorio comunale devono essere conferiti in altri impianti di trattamento con aumento di costi". Inoltre "la totale proibizione a trattare tali rifiuti liquidi ha prodotto un aggravio di costi per l’impianto Cuoiodepur che è di proprietà pubblica (costruito a spese dei conciatori e poi ceduto al Comune con gestione mista a maggioranza privata), stimabili annualmente in circa 3,5 milioni di euro (si parla di 2 milioni per mancati ricavi e circa 1,5 milioni di maggior costo per il trattamento in impianti esterni)". "Questa situazione non porta alcun beneficio ambientale – sottolinea Paolo Vallini –, ma potrà presentare un maggior grado di criticità". La mozione impegna anche il sindaco Giglioli e la giunta a chiarire le intenzioni future sulla continuità operativa dell’impianto di depurazione Cuoiodepur.

C. B.