Crisi moda, gli scenari. Il grido dei sindacati, l’ondata deve arrivare: “1.800 posti a rischio”

Il punto dopo l’incontro a Roma per sollecitare il governo. “Apprezziamo l’impegno, ma ora bisogna correre veloci”

Il sindacato ha tenuto un incontro a Roma sulla crisi del settore della moda che ha colpito la provincia pisana (foto d’archivio)

Il sindacato ha tenuto un incontro a Roma sulla crisi del settore della moda che ha colpito la provincia pisana (foto d’archivio)

Santa Croce, 20 settembre 2024 – Sul tavolo, a settembre, i sindacati hanno trovato la richiesta di altri 34 licenziamenti, 14 in un’azienda, 20 in un’altra. Ma la vera ondata potrebbe arrivare se non viene messo in atto un intervento urgente di sostegno alla filiera della moda. Un’ondata i cui numeri sono da brividi. “Il distretto rischia di perdere il 30 per cento della forza lavoro – spiega Alessandro Conforti (Cgil) con a fianco i rappresentanti delle altre sigle sindacali –: ovvero 1800 lavoratori. Ma se si arriverà a questo dobbiamo considerare tutti gli interinali già mandati a casa, i tagli nelle aziende artigiane di cui non conosciamo i numeri non avendo questa tipologia di ditte l’obbligo della comunicazione. E mettiamoci anche tutte quelle ripercussioni che avremo sull’intera filiera: nelle pulizie, nella meccanica, nei prodotti chimici. La cura dimagrante sarà obbligatoria per tutti”. Parole, queste, pronunciate il giorno dopo l’incontro a Roma nel quale c’è stata una disponibilità da parte del governo ad intervenire per sostenere il comparto moda.

“Prediamo atto di questa disponibilità e vogliamo restare fiduciosi – aggiunge Conforti –. Ma dobbiamo anche sottolineare che per il momento siamo alle parole. Serve un decreto che disciplini gli ammortizzatori sociali, e che chiarisca come, per quanto e per chi si interviene: ancora non sappiamo se si tratterà di un provvedimento mirato all’artigianato, oppure all’industria, o a tutti e due. Non sappiamo niente, è solo un buon proposito”. La crisi sta mordendo con ferocia. E sul territorio si sente. Dia Papa Demba (Uil), responsabile dell’area conciaria e operatore di bacino per l’artigianato nella zona: “Ci sono già, da mesi, lavoratori extracomunitari che hanno lasciato il distretto – ha spiegato –. Si tratta di manodopera per lo più interinale che ha già perso il lavoro”. Per i sindacati c’è l’urgenza di fare presto. “Bene che il governo abbia preso un primo impegno – hanno concluso –. Ma per il quadro a cui siamo davanti, un decreto doveva già essere fatto. Ora si rischia che sia già tardi e il sistema moda ha il fiato sempre più corto. Ogni giorno di più: passare dalla parole ai fatti richiederà giorni, forse stimane, gli ammortizzatori sociali devono essere finanziati. Se ci sarà da attendere, magari fino alla fine dell’anno, potrebbe essere un disastro”.

Eppoi la crisi, appunto. Che si annuncia lunga: la prima ripresina per gli analisti sarà in primavera. “Questo vuol dire che nelle aziende della filiera il lavoro inizierà a tornare a settembre”, chiosa Conforti.