REDAZIONE PONTEDERA

Da Santa Croce a Altamura Borse griffate con gli scarti

La collaborazione tra la conceria Hashtag Florence e la pugliese "Ritagli di G.". In questo modo i pezzi che finirebbero in discarica diventano pezzi unici di moda.

Da Santa Croce a Altamura Borse griffate con gli scarti

SANTA CROCE

L’economia circolare che inizia a Santa Croce e finisce il suo giro per l’Italia ad Altamura dove, evdentemente, non c’è solo il famoso pane. Protagonisti la Hashtag Florence di Santa Croce, realtà produttiva nata appena sei anni fa ma già solida realtà dell’imprenditoria conciaria, e "Ritagli di G." di Altamura. G. sta per Giusy, la creatrice dell’impresa che mette in pratica i principi dell’economia circolare e delle realizzazioni. Che non sono altro che borse, zaini, cartelle, realizzate solo ed esclusivamente con ritagli e scarti. Di pelle, e in questo caso entra in campo la Hashtag Florence, e di stoffe che derivano quasi esclusivamente dalla lavorazione di divani e poltrone di cui Altamura è rinomata.

Hashtag nasce nel luglio del 2017 dall’idea di due amici: Lucio Verbeni e Gianmarco Pinori che ne sono i titolari. I prodotti trattati dalla conceria di Santa Croce sono soprattutto croste scamosciate per calzatura, pelletteria e abbigliamento (80% della produzione) e vitelli metal free per fodere per la produzione di calzature e pelletteria. La clientela è di target medio-alto. Poco dopo due anni dall’apertura, nell’autunno 2019, Hashtag Florence ha inaugurato la nuova sede di circa 1200 metri quadri. "Abbiamo conosciuto Giusy dei ’Ritagli di G.’ e l’idea di collaborare ci è subito piaciuta – dice Roberto Giannoni, direttore tecnico di Hashtag Florence – In questo modo i tanti ritagli di pelle, prove di campionario, le pelli lavorate che per qualsiasi motivo non vanno bene per la nostra clientela, magari per un colore diverso da quello voluto, prendono la strada per Altamura e hanno una nuova vita grazie alle creazioni di Giusy". Pelli che sarebbero andate ad arricchire le collezioni delle grandi firme, invece di finire in discarica perché non utilizzabili, hanno una seconda chance. Nel rispetto dell’ambiente.

"Ritagli di G." nasce da un’ispirazione.

"Sono entrata in contatto con ’l’arte del cucito’ quando ero molto giovane e il mondo manifatturiero, la lavorazione artigianale, la selezione dei materiali e la ricerca dei dettagli mi ha affascinata sin da subito – spiega la titolare dei ’Ritagli di G.’ – Allo stesso tempo ho toccato con mano un grande problema: l’enorme accumulo e spreco di tessuti e pelli di post produzione o pre-consumo che venivano buttati via. Così mi sono messa in gioco, dando vita a Ritagli di G. I ritagli destinati a diventare rifiuto ritornano a vivere e diventano accessori meravigliosi e dall’alto valore artigianale".

g.n.