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Il delitto che si è consumato a Sasso Pisano
E’ stato il giorno dei testimoni della difesa, ieri in tribunale a Pisa, nel processo sull’omicidio di Elson Kalaveri, ucciso a Sasso Pisano il 18 agosto del 2022. Quattro i testimoni sentiti. Di cui uno – si apprende – ha parlato anche di una assemblea familiare nella quale gli uomini decisero che non sarebbe stata consumata alcuna vendetta, riferendo anche che venne valutato come in Albania, a Kalaveri, i nemici non sarebbero mancati e, alla fine, la giustizia sarebbe arrivata da sola. Perché, invece, nel copione accusatorio, Kalaveri sarebbe stato ucciso proprio per vendetta in nome del ‘Kanun’, il codice di diritto consuetudinario albanese: ovvero l’obbligo di vendicare l’uccisione di consanguinei.
A giudizio ci sono Deliu Shkelzen, alias Shkëlzen Keqi, Qoli Shkelqim, Valentino Tarallo, Giovanni Capone, e Ivan Tolomello. Secondo gli inquirenti Keqi – ritenuto il mandante – volle vendicare la morte del fratello ferito nel 2014 in Albania, durante una lite con Kalaveri, e poi deceduto nel 2019. Qoli Shkelqim è ritenuto il basista. Una volta finito in manette Tolomello rese dichiarazioni con cui ammise di aver guidato l’auto per raggiungere la Toscana, ma di non aver partecipato al delitto e di non sapere neanche le ragioni delle trasferte. Dell’omicidio avrebbe saputo solo giorni dopo. Parole cristallizzate in un lungo incidente probatorio. E’ l’unico degli arrestati ad aver parlato. Tutti gli altri si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Siamo alle ultime battute di un processo che ha ripercorso la lunga indagine coordinata dal pm Dominijanni che ha "scandagliato" cellulari, messaggistica e immagini delle telecamere sulle strade ricostruendo minuziosamente il diabolico gioco dell’oca nel quale la macchina con a bordo la vittima sarebbe finita nella trappola del gruppo di fuoco: guidava Capone con a fianco Tarallo, secondo le indagini.
Sarebbero stati loro, per l’accusa, ad intercettare il mezzo su cui viaggiava Kalaveri, 36 anni, l’uomo da uccidere (i familiari parte civile con l’avvocato Sabrina Del Fio). Le telecamere mostrano anche i primi secondo dopo: Kalaveri, cadavere, accasciato al guidatore (del tutto estraneo alla vicenda), graziato dai sicari che si ricongiungono all’altro mezzo (una Fiat 500 guidata da Tolomello) per rientrare in Campania. Prossima udienza a marzo: saranno sentiti gli ultimi testimoni e un consulente.
Carlo Baroni