
Il duello corre solo sulle carte e sulle memorie e impegna la Corte d’assise d’appello di Firenze in una lunga camera di consiglio per decidere se è necessario procedere con una nuova perizia. Il caso è quello dell’omicidio di Giuseppe Marchesano, ucciso a soli 27anni dall’ex compagno di scuola, Danny Scotto di Chiesina Uzzanese – assistito dall’avvocato Barbara Luceri – che lo crivellò di colpi dopo un breve alterco nell’autunno del 2018 dopo essere andato a trovarlo a casa a Casteldelbosco. In primo grado Scotto, oggi 29enne, è stato assolto per vizio totale di mente e per lui il gup ha stabilito una misura di sicurezza di 24 anni in una Rems. Ma la Procura ha chiesto ai giudici di secondo grado di mandarlo in carcere per 12 anni e solo dopo la detenzione procedere con una misura di sicurezza. L’accusa ritiene quello di Scotto un vizio parziale di mente. La decisione dei giudici di secondo grado era attesa per ieri seraquando, all’esito della valutazione degli atti d’appello e delle memorie, avrebbe dovuto essere notificato il dispositivo alle parti. L’avvocato Luceri ha chiesto alla Corte il rigetto dell’appello della Procura e la conferma della sentenza di primo grado ritenendo che il "caso abbia un quadro ampiamente delineato ed approfondito". Ma i familiari della vittima la pensano diversamente: "Scotto sia riconosciuto imputabile di ciò che ha fatto", chiedono la mamma e la sorella della vittima, attraverso il loro legale, l’avvocato Gabrio Bagnoli, ritenendo che Scotto sia stato perfettamente lucido nell’esecuzione del delitto. Il padre della vittima, assistito dall’avvocato Ivo Gronchi, non ha presentato appello. Oggi la sentenza.
Carlo Baroni