Derby di Arezzo: Pontedera a due velocità. Inizio zen e attendista, poi tira fuori la grinta

Alla vigilia della Coppa Italia (domani a Carrara), riavvolgiamo il nastro del primo big match stagionale, con i granata squadra di carattere

Derby di Arezzo: Pontedera a due velocità. Inizio zen e attendista, poi tira fuori la grinta

Derby di Arezzo: Pontedera a due velocità. Inizio zen e attendista, poi tira fuori la grinta

Con la Coppa Italia che incombe (domani a Carrara) analizziamo in dettaglio l’1-1 di Arezzo, che ha visto il Pontedera andare sotto nel primo tempo per il destro di Mawuli (12°) e pareggiare nel finale con l’autorete di Chiosa (88°). Il primo derby della stagione può essere diviso in due fasi che coincidono con i due tempi. PRIMA FASE 1°-45° minuto La prima frazione è stata di marca locale. Il Pontedera, che ha agito col 3-4-1-2 in fase di non possesso e il 3-4-2-1 in fase di possesso (l’Arezzo è rimasto sempre col 4-2-3-1) non ha sbagliato tanto la fase tattica, quanto i tempi, perché soprattutto sul lato di sinistra gli avversari (in particolare con Pattarello) sono riusciti a mettere in difficoltà la catena granata che spesso ritardava le giocate difensive. In mezzo, con Catanese a uomo su Mawuli, Benedetti su Bianchi e Ignacchiti su Settembrini, l’Arezzo è riuscito ad "aprire" il Pontedera, che così non è rimasto compatto e ha lasciato più spazi sulle seconde palle. Sul gol infatti è saltata la marcatura su Mawuli, che ha potuto calciare indisturbato. Nonostante questo la squadra di Canzi ha comunque cercato di fare la fase offensiva, creando pericoli dalla sinistra un paio di volte con i traversoni di Ambrosini, quindi con il gol annullato a Catanese e con una grande occasione per Ianesi, anticipato da un difensore. SECONDA FASE 46°-96°minuto L’ingresso fin dal primo minuto di Paudice per Ambrosini ha aggiunto potenziale al reparto offensivo senza cambiare la disposizione tattica. Perretta è andato a fare il braccetto a destra, in linea con Guidi e Calvani, Ianesi è scalato a quinto, mentre dalla parte opposta Angori è diventato esterno. Paudice e lo stesso Angori hanno dato maggior profondità e imprevedibilità, Catanese si è alzato di più, Ianesi ha agito indisturbato nell’uno contro uno e Benedetti ha giocato tra le linee. In questo modo il Pontedera ha avuto una superiorità territoriale costante riuscendo a creare diverse situazioni di pericolo. I granata, contrariamente a quanto avevano fatto a Fermo, non sono mai andati in affanno nella ricerca del pareggio, non sono stati frettolosi né disordinati ma hanno avuto un atteggiamento equilibrato dimostrando di aver cambiato marcia rispetto all’iniziale approccio-no della gara. E se nel primo tempo il Pontedera era stato più attendista, nel secondo ha deciso di essere più aggressivo. Infatti, con l’ingresso di Delpupo (77°) la squadra è passata al 4-2-3-1 e con quello di Fossati (85°) al definitivo 4-2-4, trovando la rete del meritato pareggio. Indipendentemente dalle decisioni arbitrali, è innegabile che il Pontedera sia riuscito a creare diversi pericoli dentro l’area di rigore, segno di una costante presenza offensiva per tutta la gara.

Stefano Lemmi