LUCA BONGIANNI
Cronaca

Dialisi, il giorno della protesta: "Lo Stato ha dato i soldi per i lavori ma da 10 anni siamo nel container"

Ieri mattina il sit-in dell’associazione Aned con a capo Cristina Venturi che punta il dito sull’Asl "La scusa della pandemia è stata portata avanti per anni, oggi questa non c’è più ma ce ne sono altre".

Ieri mattina è andata in scena la protesta all’ingresso dell’ospedale Lotti per chiedere tempi certi sulla conclusione del cantiere della nuova dialisi

Ieri mattina è andata in scena la protesta all’ingresso dell’ospedale Lotti per chiedere tempi certi sulla conclusione del cantiere della nuova dialisi

Sono scesi in strada, davanti all’ospedale Lotti di Pontedera, per dire "basta container", per chiedere il completamento del nuovo reparto di dialisi, un cantiere aperto da oltre 10 anni. Ieri mattina l’Associazione nazionale Emodializzati Dialisi e Trapianto ha voluto far sentire la propria voce con la prima manifestazione pubblica, con tanto di striscione "10 anni in un container, ora basta! Vogliamo la nuova dialisi". Questa è la storia di un cantiere infinito, un’odissea che va avanti da oltre un decennio, promesse non mantenute e soldi spesi male. Era il 2015 quando sulle colonne di questo giornale la consigliera regionale del comitato Aned Toscana, Maria Cristina Venturi, chiedeva che venisse fatta chiarezza sull’arrivo dei finanziamenti per la realizzazione del nuovo reparto. Sono passati 9 anni e la richiesta è la stessa.

"I soldi sono stati stanziati ma non sappiamo dove sono – ha detto Venturi – lo Stato ha dato 3,5 milioni di euro per questo cantiere e ancora non si è arrivati a nulla. La scusa della pandemia è stata portata avanti per anni, oggi questa non c’è più ma ce ne sono altre. Intanto i dializzati vengono curati in container rugginosi, dove bagni e riscaldamenti a volte funzionano altre volte no. Mazzeo conosce molto bene questa situazione, lui c’era ai primi sopralluoghi, poi non si è più visto". Il timore dei dializzati e degli operatori sanitari è quello di passare un altro inverno nei container, che dovevano essere provvisori e che invece sono lì da tanti e troppi anni. Dalla consegna dei lavori del 2020 il nuovo reparto doveva essere pronto dopo 450 giorni. La Asl ha più volte garantito deadline serrate, offrendo date di fine lavori che però fin qui non sono mai state rispettate. L’ultima, annunciata alla vigilia di Ferragosto, era per metà ottobre.

"Dubito che per il 15 ottobre l’azienda possa consegnare il nuovo reparto completato, mi sembra una data irreale ma se mi sbaglio chiederò scusa pubblicamente" ha detto il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Diego Petrucci, presente ieri al sit-in. "Ho già fatto 3 sopralluoghi qui e ho visto con i miei occhi la lentezza del cantiere – ha detto – questo è lo specchio, purtroppo non isolato, che alla sanità Toscana non servono per forza più soldi, serve trovare un modo migliore per spenderli i soldi che arrivano. Posso citare gli esempi dei cantieri infiniti per la Casa della salute a Ponsacco o di quella a Santa Croce. Qui occorre sapere perché ci sono stati questi ritardi e con queste motivazioni si devono chiedere risarcimenti". Matteo Bagnoli di FdI ha deciso di presentare una mozione in Consiglio comunale. "Mi sarei aspettato di trovare qui il sindaco o un assessore e invece niente – ha detto –. Dovrebbe essere l’amministrazione a farsi portavoce. Noi ci siamo e chiederemo un tavolo di confronto e concertazione con la ditta, vogliamo chiarezza e tempi certi".