
Martinelli in azione (foto Bongianni/Germogli)
Le partite non si vincono per caso. Dietro ai 90 minuti che un tifoso comune può osservare dalle tribune, c’è una settimana di preparazione, di studio minuzioso sui pregi e difetti tattici degli avversari, di filmati visti e rivisti sui quali l’allenatore e il suo staff lavorano per giorni, trovando formule e soluzioni di gioco che i giocatori provvedono (o almeno cercano di farlo) a mettere in campo. Ed è propria da una giusta e attenta valutazione delle caratteristiche del Gubbio che è nato il successo (2-1) di sabato. "Avevamo studiato di aspettare i nostri avversari – ha spiegato Riccardo Martinelli, autore di una prestazione difensiva di qualità - nella nostra metà campo e di ripartire. Sapevamo infatti che loro giocano tanto la palla e che ci avrebbero messo in difficoltà tra gli spazi e sulla linea difensiva, soprattutto se fossimo andati a prenderli alti, perché in quel modo avrebbero avuto più spazi per le loro giocate. Così non ci siamo fatti cogliere di sorpresa, perché sapevamo che sarebbero venuti a giocare in questo modo e a parte i primi minuti in cui dovevamo trovare bene la scalata giusta, soprattutto a sinistra, poi abbiamo preso un automatismo abbastanza semplice". La scelta di lasciare il gioco agli umbri per poi colpirli in ripartenza ha fruttato tre preziosi e meritati punti.
"Abbiamo sofferto un pochino alla fine del primo tempo e un po’ all’inizio del secondo – riprende l’esperto difensore – ma si è trattato di una piccola fase che abbiamo comunque gestito bene, rischiando pochissimo. Nella ripresa la tattica è stata quella del primo tempo, forse in qualche sporadico momento siamo andati in pressione più alta, ma non faceva parte del piano. Si è trattato di letture individuali, con la squadra che è salita da dietro solo con chi ha pressato, ma lo studio della partita è stato di aspettare il Gubbio nella nostra metà campo". La vittoria fa sbilanciare Martinelli sul futuro della stagione: "La classifica ci ha rimesso tra le prime dieci, e a questo punto io un pensierino ai play off lo faccio. Dobbiamo essere ambiziosi. Fino alla settimana scorsa guardavamo indietro, ma ora mi sento di dire che si può alzare un po’ la testa, cercando di restare nelle prime dieci. D’altronde da gennaio l’unica partita… toppata è stata quella col Carpi, per il resto il percorso è stato sempre positivo, perché le sconfitte contro Vis Pesaro e Torres ci possono stare". Il 31enne difensore, che sabato si è esibito con un paio di sgargianti scarpette bianche ("Me le ha regalate Cerretti, è lui l’estroso della squadra") ha anche un pensiero per l’amico e collega di reparto (nonché storico capitano) Marcos Espeche, 39 anni: "Mi dispiace che non giochi, perché è un ragazzo che dà sempre tutto, e vederlo giocare poco mi dispiace. Ci sarà sicuramente spazio per tutti, però ora ha poco spazio e questo mi dispiace".
Stefano Lemmi