Il Keu è una vicenda sulla quale si sono accesi, e da tempo, i riflettori nazionali. Per le dimensioni dello scandalo scoppiato nel cuore della Toscana nel 2021, per l’imbarazzo in cui ha gettato anche politica che ha ne ha dibattuto a tutti i livelli. L’inchiesta ha riproposto con forza la questione della tutela dell’ambiente e la prevenzione dei reati ambientali dopo che a finire sotto la lente sono stati ben 13 siti in tutta la Toscana, mentre, comunque, secondo indiscrezioni in piedi da tempo, anche altri sarebbero al centro di accertamenti ed approfondimenti.
Nei giorni scorsi la commissione bicamerale sul ciclo dei rifiuti e sui reati ambientali e agroalimentari – si apprende – "ha convenuto di avviare inchieste sui Keu in Toscana (residui derivanti dal trattamento dei fanghi prodotti dagli scarti della concia delle pelli), sulle evidenze critiche e virtuose degli impianti di termovalorizzazione in Italia e in Europa, e sui cosiddetti "rifiuti emergenti", provenienti dallo smaltimento degli impianti di fonti rinnovabili". Lo ha annunciato il presidente della Commissione, il deputato Iacopo Morrone, alla presentazione alla Camera della prima relazione annuale dell’organismo.
"La Commissione - ha aggiunto Morrone -, alla luce delle audizioni e degli incontri effettuati, da cui sono emerse lacune normative, e in attesa di un’auspicata riforma della complessa disciplina ambientale, ha avviato un’interlocuzione con esperti in diversi settori, per elaborare progetti di riforma chirurgici da sottoporre al parlamento o al legislatore delegato". Secondo il presidente, le riforme avrebbero lo scopo di "dare più forza alle forze dell’ordine per intervenire".