Montecatini Valdicecina (Pisa), 25 settembre 2024 – “Sembrava l’inferno, senza passare da anticamere”. Il sindaco di Montecatini Valdicecina Francesco Auriemma dalla tarda sera di lunedì scorso, è al capezzale del suo territorio. “Non mi sono mai mosso di qui - racconta - mi sembra di vivere un incubo”.
Sindaco, ripercorriamo cosa è accaduto a partire dalla serata di lunedì.
“Alle 19 i primi campanelli di allarme da parte di alcuni cittadini e di una consigliera comunale che vive nell’area devastata. Il torrente La Sterza si stava pericolosamente ingrossando. Ho chiamato l’Anpas, sono giunte le prime squadre dei vigili del fuoco e dei volontari. Assicuro di non aver mai visto nulla del genere”.
Che situazione si è presentata di fronte ai suoi occhi?
“Smarrimento, panico, urla. Gente aggrappata agli alberi, altri che disperatamente con la torcia del telefonino cercavano aiuto. E’ stata complessa la comunicazione perché la zona martoriata dall’alluvione è costellata da turisti che non comprendevano la situazione. Sembrava una Babele”.
Da chi ha appreso dei due dispersi tedeschi, il piccolo di cinque mesi, Noah, e la nonna Sabine di 62 anni?
“Da un volontario. Sul momento la dinamica appariva diversa, tanto che sembrava che nonna e piccolo fossero sul tetto della casa vacanze. Invece pare siano stati trascinati dalla piena nel tentativo di raggiungere l’auto e scappare. Provo un sentimento inspiegabile per questo dramma”.
Si è sentito solo?
“Mi sono sentito preso da una grande paura, non mi vergogno a dirlo. Sembrava l’inferno. Qui stanno lavorando incessantemente 100 persone tra vigili del fuoco, volontari, Croce Rossa, provincia, forze dell’ordine e tecnici di Enel e Asa. E la nostra comunità ha dimostrato grande senso di solidarietà. Tutti stanno dando una mano”.
Ritorniamo alle ricerche dei dispersi.
“Ieri ho chiesto che fossero ampliate anche al fiume Cecina. Purtroppo al momento non abbiamo alcun esito ma andranno avanti per tutta la notte (la notte appena trascorsa, ndr). Questa notizia mi ha trafitto il cuore”.
La Gabella è stata attraversata da un magma di devastazione.
“Ponti, strade, case, auto fuori strada. Non c’è stato bisogno di allestire un centro per gli evacuati perché le persone hanno trovato ristoro nelle case di parenti e amici. C’è la grande apprensione per il bimbo e la nonna dispersi. E c’è una stima dei danni, che sarà ingente, da stilare. Ci sono detriti e alberi che hanno creato muri di 4 metri, ponti invasi dalle radici delle piante, strade interdette, campi invasi da ogni cosa”.
Tuttavia il grande attenzionato era il fiume Cecina, non il torrente La Sterza.
“Il torrente ci ha teso una trappola improvvisa, non ce lo aspettavamo, Non era mai successo in questa zona, a parte un’alluvione nel ‘56 ma non con un impatto simile. Pochi mesi fa, come Unione Montana, avevamo fatto lavori di manutenzione a tutti i corsi d’acqua. Non ci aspettavamo questo disastro”.
Cosa si auspica?
“Il pensiero va al bimbo e alla nonna dispersi. Per la ricostruzione, ci penseremo”.