REDAZIONE PONTEDERA

Dopo tre anni la processione delle Paniere

La manifestazione religiosa per la patrona beata Diana Giuntini torna dopo le restrizioni Covid insieme al Festival d’Europa

SANTA MARIA A MONTE

"Tra i cespi olezzanti di mirti e di fiori..." tornano quest’anno la straordinaria processione delle Paniere, in onore della patrona beata Diana Giuntini e il Festival d’Europa. Tre anni. L’ultima volta è stata nel 2019, il giorno di Pasquetta come da tradizione. Poi due anni – il 2020 e il 2021 – senza che la tradizione popolare e religiosa abbia potuto esprimersi per colpa della pandemia e delle restrizioni. Così, dopo trentasei mesi, il 18 aprile la Processione delle Paniere tornerà a colorare e a ravvivare la tradizione religiosa di Santa Maria a Monte.

E negli stessi giorni successivi alla Pasqua, il Comune guidato dalla sindaca Ilaria Parrella ripropone il Festival d’Europa con i fiori, i banchetti delle tradizioni locali e non e altre iniziative. Il programma verrà svelato nei prossimi giorni. Ma, quel che più conta, è che dopo tre anni le feste di Pasquetta a Santa Maria a Monte tornano consentendo così alle persone di potersi nuovamente incontrare per le stradine antiche del borgo. "Tra i cespi olezzanti di mirti e di fiori..." come recitano le prime due righe dell’inno alla Beata Diana Giuntini, la patrona di Santa Maria a Monte a "furor di popolo", la cui vita brevissima, tra i 30 e i 40 anni al massimo, è stata al servizio degli altri, dei più bisognosi, dei poveri e degli ammalati. Diana Giuntini era la discendente di una famiglia benestante, ma decise di non giovarsi dei beni del padre e dedicò la sua esistenza al prossimo. In povertà.

Sicuramente Diana è morta prima del 1327 – come si può evincere dalle ricerche che Patrizia Marchetti, presidente dell’associazione Eumazio descrive in un video – perché in quell’anno c’è stato a Santa Maria a Monte un nefasto attacco da parte dell’esercito fiorentino che conquistò il castello e sconfisse Castruccio Castracani che era il condottiero lucchese. Santa Maria a Monte era il castello a presidio del Valdarno Inferiore voluto dal vescovo di Lucca che aveva possedimenti in tutta la zona.

Sulla vita della Beata ci sono diverse versioni. Come vi sono versioni diverse – tra realtà e leggenda – sul ritrovamento del corpo. Si parla di un giglio bianco fiorito d’inverno che parlò a una ragazzina o dei buoi di un contadino che si inginocchiarono nel punto preciso di un terreno dove era sepolta Diana. In realtà pare che i santamariamontesi, appunto nel 1327, per salvare le spoglie della patrona le abbiano nascoste in una casa di legno e qui sono state ritrovate. La tradizione dele celebrazioni per Diana non si è mai fermata. A parte la guerra nel 1944 e la pandemia. Quest’anno riprendono. Per la gioia di tutti.

gabriele nuti