CARLO BARONI
Cronaca

Festino hard, sentenza ribaltata: non ci fu stupro, assolti i due ragazzi

Colpo di scena al processo di appello dopo una lunghissima vicenda giudiziaria

Tribunale (foto d'archivio)

Tribunale (foto d'archivio)

Firenze, 1 luglio 2021 - Un'ora e mezza di camera di consiglio per ribaltare il copione di una festa tra due ragazzi e due ragazze del luglio di sette anni fa diventata un caso giudiziario che sconvolse la Valdera. Perché fu il caso nel quale una delle due ragazze, il giorno dopo, accusò gli amici di aver abusato di lei dopo averle fatto assumere il Ghb, la droga dello stupro. Quella presenza, che rimase in piedi per tutto il processo di primo grado, è stata rimessa in discussione e al centro del giudizio davanti alla Corte d'appello di Firenze.

Un processo di secondo grado nel quale il procuratore generale, Angela Pietroiusti, aveva chiesto la conferma della condanna inflitta a Pisa: Edoardo Nieri e Mattia Rizza, il primo di Ponsacco, il secondo di Pontedera, dovevano essere condannati a 8 anni di reclusione per aver drogato ed abusato, secondo l’accusa, di una coetanea nell’estate del 2014 durante un festino hard. Invece i giudici d'appello li hanno assolti perché il fatto non sussiste sciogliendo in lacrime ed abbracci, si apprende, la tensione con la quale imputati, familiari e difensori avevano atteso questo processo per dimostrare l'innocenza dei giovani e l'attesa del verdetto.

Prima che i giudici si ritirassero, è stato proceduto al completamento della discussione dei difensori: gli avvocati Annarosa Francini, Luca Tafi, Lorenzo Zilletti che, comunque, il primo punto a favore l'avevano già messo a segno, con i motivi d'appello, ottenendo la rinnovazione istruttoria e una nuova perizia. Perché il nodo centrale era ancora il Ghb, la sua presenza, il potenziale effetto drogante quella notte di sesso dopo il bagno nella piscina della villa di famiglia di uno dei due imputati. Quel Ghb sul quale proprio la professoressa Bertol – consulente della difesa – aveva punto il dito in primo grado, sostenendo, che non c’era prova che fosse stato usato e che le tracce trovate nelle bottigliette di Schweppes erano così irrilevanti da poterle considerare uguali al contenuto della stessa sostanza che si trova nelle bottiglie in commercio, quale frutto della fermentazione.

Droga che, per i giudici pisani, invece c'era e avrebbe aumentato la libido causando la perdita di coscienza per cui la ragazza – uscita come parte civile per intervenuto accordo tra le parti – il giorno seguente si recò prima al pronto soccorso e poi sporse denuncia aprendo le porte all'arresto dei due giovani, allora ventenni, e a un processo lunghissimo che passò sotto la lente testimonianze e chat di quella notte. La nuova perizia ha spalancato le porte al copione difensivo facendo emergere come «nei lotti esaminati delle bevande Schweppes è presente il Ghb, in concentrazioni insufficienti per produrre un effetto psicoattivo. Una concentrazione che in alcuni casi è equivalente o inferiore alle tracce rinvenute nei reperti sequestrati". E' il trampolino verso quell'innocenza sempre gridata. E cosi il Ghb è stato aggredito e demolito dalle arringhe dei difensori. Fino ad uscire dalla storia. Ci fu sesso. Ma senza droga. E, soprattutto, nessuno stupro.