Pontedera, 21 gennaio 2023 - Due mamme per un bambino. Il caso, si apprende, è in Cassazione. L’avvocatura dello Stato ha impugnato la sentenza d’appello. Pisa dette torto alle due donne, assistite con determinazione dall’avvocato Alexander Schuster. Poi in appello a Firenze – dopo una battaglia durissima a colpi di diritto – il legale ha vinto la battaglia. Ma non è finita. Lo Stato ha deciso di resistere ancora e si va davanti alla corte di legittimità. Di che parliamo? Il caso è quello delle due donne che si sono sposate negli Stati Uniti, nel Wisconsin, e hanno concepito il loro bambino, nato a Pontedera tramite fecondazione eterologa fatta all’estero. Siamo nel 2016 quando le mamme chiedono in municipio, nella città della Torre, la trascrizione dei loro nomi nell’atto. Davanti al diniego il caso passò in tribunale. La causa iniziò pochi mesi dopo la nascita del bambino e la decisione del tribunale arrivò cinque anni dopo. Ma il giudice respinse la richiesta delle due donne di iscrivere entrambi i nomi sul certificato di nascita del figlio. Il giudice, sostanzialmente affermò che spetta al legislatore introdurre nell’ordinamento la relativa disciplina, scegliendo la forma di tutela che ritenga più idonea (iscrizione o adozione) sottolineando che "ben diverso è per lo Stato riconoscere una situazione che di fatto già esiste nel mondo naturalistico e ha trovato assetto formale in un altro ordinamento e dare disciplina e possibilità di creazione della stessa situazione nell’ordinamento interno".
L’avvocato Schuster, allora, sottolineò, che i giudici pisani avevano "ignorato la legge dello Stato del Wisconsin negando ad un bambino nato da una donna statunitense il diritto, pacifico negli Stati uniti, di avere due madri sin dalla nascita. E annunciò il ricorso in Corte d’appello spinto anche dalla determinazione delle due mamme: "Scegliamo di andare avanti con questa battaglia legale – dissero – perché nonostante l’amarezza profonda crediamo che le nostre famiglie non potranno essere ignorate ancora a lungo dalla legge italiana ". In corte d’appello, appunto, le cose sono andate in modo ben diverso, aprendo le porte alla "cogenitorialità". Del resto il bambino è cittadino statunitense e il diritto italiano, rileva il legale, consente in questi casi di operare un rinvio alla legge del Paese di cui l’interessato è cittadino, se più tutelante. Negli Usa il bambino ha entrambi i genitori: le due mamme. Una battaglia vinta per l’avvocato Schuster che assiste molte famiglie arcobaleno (cioè con genitori gay o lesbiche), e che è abituato ai casi complicati e con cammini giudiziari lunghi e pieni di ostacoli. Destinati a passare anche sui tavoli della Cassazione e della Consulta.
Come questo che nel suo percorso - appunto non ancora terminato - è passato addirittura al vaglio della Corte costituzionale. Ora il caso è pendente davanti gli ermellini. "E stato molto doloroso sapere che ci portavano in Cassazione – dicono le due mamme –. Dopo sei anni avevamo aver finalmente tirato un sospiro di sollievo con la vittoria in appello. Un incredibile accanimento contro un diritto fondamentale come poter riconoscere mio figlio. Solo perché è nato in una famiglia non tradizionale, e secondo alcuni deve restare con un genitore solo".