Le ex bibliotecarie che hanno perso il lavoro per il mancato rinnovo dell’appalto, sono tornate all’attacco nei giorni scorsi, prendendo spunto dalle polemiche scatenate dal caso della "gonna svolazzante" dell’assessora Nardini: perché così, durante un intervento politico – finito poi al centro di un vortice di polemiche – era stato definito dal capogruppo di Forza Italia Vallini l’outfit dell’esponente della giunta Giani a un incontro con il vescovo. Le ex bibliotecarie erano ripartite da lì: "Dovevamo dire che ci hanno mandato via perché usavamo gonne svolazzanti e tacchi che poco si adattano a scalei e faldoni da portare – avevano scritto – Ci sarebbe stata una sollevazione popolare e saremmo ancora al nostro posto".
Ma ora arriva la replica dell’amministrazione. "La scelta dell’amministrazione di internalizzare la gestione dei servizi bibliotecari è frutto di una scelta che nulla ha a che vedere con i diritti delle donne e il loro accesso al mondo del lavoro – spiegano il sindaco Simone Giglioli e l’assessora alle pari opportunità Elena Maggiorelli – tant’è vero che, le due figure assunte dal Comune, con un regolare concorso, sono proprio due donne". Questo il passaggio chiave della replica della giunta alle ex operatrici della cooperativa dopo l’accostamento della loro vicenda con quanto accaduto in consiglio comunale il 23 gennaio scorso, quando il consigliere Paolo Vallini ha accusato l’assessora regionale per la sua "gonna svolazzante", di avere un abbigliamento poco consono in occasione della consegna del messaggio di pace del Papa, da parte del vescovo.
"Le due questioni sono molto diverse e nulla hanno a che vedere l’una con l’altra - spiegano ancora i due amministratori - L’interruzione dell’appalto, lo ricordiamo, è avvenuta per scadenza naturale e la conseguente scelta dell’amministrazione è stata quella di internalizzare il servizio, una scelta che, lo vogliamo ribadire, è nelle nostre facoltà. Questa scelta non ha a che fare in alcun modo con decisioni relative al genere sessuale o alle opportunità di accesso al mondo del lavoro da parte delle donne; pertanto, accostare questi due episodi, ci appare assolutamente strumentale. Le ex operatrici tentano, cavalcando l’onda di un episodio spiacevole che ha interessato l’assessora regionale, soltanto di cercare visibilità".
C.B.