Pontedera, 24 aprile 2020 - L’Aifa (agenzia italiana del farmaco) circa dieci giorni fa ha concesso il via libera per avviare studi di ricerca che pongono al centro l’eparina nelle terapie utili per contrastare il Covid-19. Alla fine del febbraio scorso, la primigenia e pionieristica intuizione fu figlia di un primo studio che il professor Alessandro Mascitelli (chirurgo vascolare e direttore del centro flebologico Villa Tirrena di Livorno, e residente a Pontedera) iniziò a condurre partendo dalle cartelle mediche dei malati di coronavirus. Evidenze ematochimiche e radiologiche che non fornirono il fianco a dubbi: valori di D-Dimero altissimi, rilevanti e rilevabili nei casi di una trombosi massiva. Da qui, sbocciò durante la prima settimana di marzo una fitta rete di contatti capaci di intersecare varie rotte (Livorno appunto, l’università di Pisa e illustri camici bianchi come l’ematologo pisano Mario Petrini e il professor Mario Forzanini,coordinatore area Covid Nord Italia per area Nord Est) e in grado di camminare verso una via che è risultata maestra: l’eparina è un aiuto, perché il virus attacca principalmente l’endotelio, le pareti dei grossi e dei piccoli vasi, provocando trombosi.
L’ eparina riesce inoltre a ‘spiazzare’ l’attacco diretto del virus sulla parte vasale. Professor Mascitelli, lei è un esploratore in questo senso, un avanguardista. "Sono semplicemente un medico di trincea, adesso la palla passerà agli scienziati dopo il via libera dell’Aifa. Forse, mi permetta, ho un merito: sono stato il primo a spargere la voce sull’eparina nei vari centri Covid di Italia. Non ne faccio questioni di vanto personale, ma penso di essere stato fra i primi in Italia ad aver capito l’utilità dell’eparina in questa malattia su base ‘osservazionale’".
Ci ricordi da dove è partito e dove è arrivato. "Dalle cartelle cliniche dei pazienti, era il 28 febbraio. I primi di marzo ho avviato i contatti con il professor Petrini ed il professor Forzanini. Nei centri Covid dove è stata effettuata terapia eparinica, in base a studi osservazionali, è stato riscontrato un alleggerimento del peso nelle terapie di intensiva e sub intensiva, dove si sono liberati i posti letto. Adesso è talmente evidente l’efficacia della terapia che, per motivi etici, la commissione dello studio non ha eseguito lo stesso come di consuetudine in doppio cieco, ovvero quando, facendo un esempio, il farmaco X viene sperimentalmente dato al paziente Y e non al paziente Z, al quale si somministra un placebo".
E per le terapie epariniche a livello domiciliare? "Anche in questo senso viene segnato un passo in avanti, dal momento che l’Aifa ha posto la possibilità di terapia eparinica anche in pazienti Covid che si trovano a domicilio". © RIPRODUZIONE RISERVATA