di Michele Quirici
Il cielo di Pontedera ha accolto velivoli di ogni sorta e l’aviazione qui è sempre stata di casa. Dalla metà degli anni ‘10 dall’Aeroscalo della nostra città veleggiavano dirigibili straordinari e perfino quello del mitico Umberto Nobile venne a farci visita. Negli anni ‘20 la Piaggio iniziò un’importante produzione aeronautica e il celebre D’Ascanio vi sperimentò i primi elicotteri. Qui sono nati anche diversi piloti, uno di essi si chiamava Ernesto Jacometti e prese il brevetto di volo ad Aviano nel 1913.
Nel febbraio del 1916 il capitano di fanteria del battaglione “squadriglie aviatori” si guadagna la medaglia di bronzo con la seguente motivazione: "Ardito pilota compì lunghe, numerose e proficue ricognizioni sul nemico ritraendo interessanti fotografie: lanciò bombe e fece utili osservazioni del tiro d’artiglieria volando spesso in condizioni atmosferiche avverse, incurante del violento fuoco antiaereo che colpì più volte il suo velivolo l’8 ottobre 1915, prese parte ad un’azione offensiva di gruppo: il 12 ottobre attacava arditamente un velivolo nemico sul nostro territorio, obbligandolo alla fuga col fuoco di mitragliatrice. Il 16 febbraio 1916 predeva parte ad un’azione offensiva nottura di gruppo".
Nel marzo 1916 a Pontedera giunge la notizia “al comm. Morini che suo nipote Ernesto Jacometti capitano aerenauta che guidava uno degli aeroplani che volarono su Lubiana è salvo e prigioniero degli austriaci verso Pola. Egli a causa della nebbia, ed essendo rimasto sprovvisto di benzina, deve necessiarriamente atterare in territorio nemico. Ci rallegriamo vivamente coll’egregio comm. Morini per lo scampato pericolo e per il valore e coraggio dimostrato dal nostro concittadino Jacometti”.
Finita la prima guerra mondiale Jacometti divenuto maggiore continua la sua carriera in aeronautica ma nei primi anni ‘20 muore suo figlio e con sua moglie Cesara Morini dona “al Commissariato di Aeronautica numero sette cartelle di consolidato 3% del valore nominale complessivo di L. 2000, perché con la relativa rendita venga istituito presso il Campo di Aviazione Luigi Bourlo a Vigna di Valle (Bracciano) un premio da intitolarsi alla memoria del loro figliolo Luciano Jacometti da assegnarsi, il 20 settembre di ciascun anno, a giudizio esclusivo e insindicabile del Comandante pro-tempore del predetto Campo, ad uno o due soldati di buona condotta e di famiglia povera”. Si costituisce così il 18 settembre 1924 la Fondazione Luciano Jacometti, ente morale che amministrerà la donazione.
Nonostante questo grave dolore, nel 1925 lo troviamo alla guida di un apparecchio Ansaldo 300-4 e due anni dopo riorganizza e guida la nostra aeronautica in Cirenaica e il “comandante amatissimo” diventa Cavaliere nell’Ordine Militare di Savoia: “Ufficiale superiore di grandi e provate qualità morali, intellettuali e professionali, vecchio pioniere dell’Aeronautica, appassionato studioso di problemi militari, tempra di organizzatore, assumeva il comando dell’Aviazione della Cirenaica in piena crisi. Dedicando ad essa ogni sua attività riuscì in breve a riorganizzarla rendendola un potente strumento di guerra. Animato dalla più grande fede infondeva con l’esempio e l’opera personale un elevato spirito agli equipaggi e creava il più intimo ed elevato affratellamento fra Esercito ed Aviazione. Nel campo dell’azione, in numerosi e difficili voli di guerra, confermava il suo valore di vecchio pilota della grande guerra e la sua insigne perizia militare contribuendo valorosamente alla brillante riuscita di numerosi cicli di operazioni ”. Queste le poche notizie di Jacometti in nostro possesso, la ricerca continua.