GABRIELE NUTI
Cronaca

"Ero un bullo". La storia di Daniel Zaccaro

Abbiamo letto il libro "Ero un bullo". Il protagonista, Daniel Zaccaro, era un bambino come noi con una grande passione...

Disegno realizzato dalla 1^ D di Montopoli

Disegno realizzato dalla 1^ D di Montopoli

Abbiamo letto il libro "Ero un bullo". Il protagonista, Daniel Zaccaro, era un bambino come noi con una grande passione per il calcio. A soli dieci anni fu acquistato dall’Inter e questo lo riempì di gioia e paura. Cercava di dare il meglio di sé ma non ci riusciva, soprattutto perché il padre lo seguiva costantemente aumentando la pressione. Si arrabbiava tantissimo quando il figlio sbagliava, minacciandolo o insultandolo. Daniel, non riuscendo a sopportare la grande pressione cui era sottoposto, iniziò a giocare male e fu escluso dall’Inter. Da quel momento si convinse di non valere niente. Per riempire il vuoto che aveva dentro e per essere apprezzato dai suoi amici iniziò a mentire e a non ascoltare i genitori, a fare il bullo. Arrivò persino a commettere reati. Fu anche arrestato e condannato a due anni di carcere. In carcere Daniel iniziò a sentirsi molto solo e cominciò a scrivere delle lettere alla mamma piene di un amore e questo li portò a riavvicinarsi. Adesso Daniel lavora come educatore al Kairòs, comunità che accoglie i ragazzi che sono stati in prigione. Daniel sostiene che, per avere un buon rapporto con i figli, il genitore deve essere credibile, lasciare il figlio libero di scegliere, prendersi cura di lui condividendo regole chiare e non decidere al posto suo i tempi di crescita, maturazione e futuro. Come scrive Andrea Franzoso, autore del libro, "ricordati sempre che nella vita non esiste un copione già scritto: fino all’ultimo puoi decidere di cambiare il finale".