Volterra, 9 luglio 2017 - DOVE È finito? In quale luogo si è rintanato? E soprattutto, chi lo sta nascondendo e proteggendo? La clamorosa evasione di Ismail Kammoun, tunisino che sta scontando nel carcere di Volterra un fine-pena-mai dopo una condanna per omicidi legati ai clan malavitosi, si sta trasformando in un rompicapo. Ha salutato più di dieci giorni fa il colle etrusco e se ne è andato a spasso a Livorno per godersi un permesso premio. Poi, la fuga chissà dove. Di sicuro, la tentazione di respirare libertà a pieni polmoni è stata più forte del raziocinio. Una mossa assai azzardata e dettata più dall’istinto che dalla ragione.
RISCHIA davvero grosso, Ismail, 55 anni, molti dei quali passati in cella per una condanna per omicidio. Perché dopo l’atteggiamento collaborativo, la buona condotta e dopo essersi conquistato la fiducia di tutti (dettagli non da poco, che lo hanno tolto dall’ergastolo durissimo e portato a strappare la possibilità di beneficiare di particolari congedi), se venisse riacciuffato, gli verrebbero automaticamente revocati i benefici e dovrà affrontare un altro, l’ennesimo processo. Stavolta per evasione. Secondo il Questore di Pisa Alberto Francini, «l’evaso dovrebbe trovarsi ancora in Italia. Mi sento di escludere una fuga all’estero. Non è così facile architettare un’evasione dal suolo italiano. Ci risulta che il ricercato sia pure senza documenti. Qualcuno lo sta nascondendo, forse ha trovato rifugio da un conoscente o da un amico. Ribadiamo che non si tratta di un soggetto pericoloso. E nel carcere di Volterra non ci sono personaggi che potrebbero essere legati a cellule riconducibili a nuclei di matrice jihadista. In questo senso, viene effettuato un sistema di monitoraggio continuo».
Per Maria Grazia Giampiccolo, direttrice del Maschio, «il detenuto, negli ultimi tempi trascorsi in carcere, non aveva dato alcun segnale di insofferenza. Non riusciamo davvero a capire cosa lo stia portando a fuggire. I permessi-premio per gli altri detenuti resteranno validi. Il percorso scelto da una persona non può certo minare quello degli altri galeotti». Al momento, Ismail è diventato un’ombra. Non sappiamo quale fantasma, ultimamente, lo stesse tormentando. Si è sempre dichiarato innocente per quei gravi delitti legati alle cosche mafiose, lo ricordiamo. Lo ha urlato, dalla galera, fino ai quattro venti. Le ricerche, intanto, vanno avanti a tamburo battente, ma del fuggiasco per ora non c’è traccia. Così come non ci sono stati segni di avvistamento. Le indagini potrebbero indirizzarsi verso una caccia al covo, dunque. Non risulta, inoltre, che il detenuto avesse parenti o familiari stretti in Italia.