Falso succo di mela "bio" In 16 rischiano il processo

Chiusa l’inchiesta della Procura di Pisa condotta da antifrode e Fiamme Gialle. Due posizioni avviate verso un patteggiamento-lampo davanti al Gup

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PONSACCO

di Carlo Baroni

L’accusa cardine dell’inchiesta è quella di aver costituito una stabile associazione a delinquere finalizzata alla produzione, importazione e messa in commercio di prodotti agroalimentari non genuini, adulterati e sofisticati: purea di mela o succo concentrato di mela spacciato come biologico proveniente dall’Unione Europea. Invece, per l’accusa, il prodotto era costituito da una miscela di acqua e zucchero o da succo di mela extra Ue anche contaminato da pesticidi e tossine. La Procura di Pisa ha chiuso l’indagine "Bad Juice" a carico di 16 persone. Un’indagine – che tra i reati contesta, a vario titolo, anche quello di auto riciclaggio – coordinata dal pm Giovanni Porpora e condotta da personale dell’ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari del ministero delle Politiche agricole e dalla Guardia di finanza pisana. Secondo il teorema della procura l’azienda Italian Food srl con sede operativa a San Miniato (e sede legali a Portici) che fa riferimento ai fratelli Walter e Giorgio Buonfiglio di Ponsacco – assistiti dal penalista pisano Riccardo Taverniti – era il perno della maxi frode del falso succo "bio".

Il lavoro degli investigatori avrebbe permesso di dimostrare che i succhi di mela ottenuti in Serbia, erano prodotti in modo illecito partendo da frutti deteriorati o in avanzato stato di decomposizione, in alcuni casi contaminati, appunto, con prodotti chimici non ammessi in agricoltura biologica. Poi, secondo quanto emerso, false attestazioni contabili relative alla movimentazione e alla lavorazione delle mele avrebbe costituito la copertura “cartacea” per garantire un’apparenza documentale su qualità e provenienza del prodotto che poi sarebbe stato venduto ad aziende in vista nel panorama italiano della filiera bio, ignare di ricevere un prodotto scadente.

Oltre i fratelli Buonfiglio sono indagati a vario titolo: Beatrice Caponi, Aleksandar Ramovic (ritenuto uomo chiave in Serbia con il compito di acquistare la merde, adulterarla e organizzare le spedizioni), Franz Scweigkofler, Martino Medri, Mariateresa Oliva, Tiziana Poppa, Stefano Mantoan, Fabrizio De Santi, Alessandro Cammelli, Agostino Contursi, Ciro Barba, Antonino Lo Vullo, Michele Giustiniani e Maria Policastro. Almeno due delle posizioni più marginali, Antonino Lo Vullo e Michele Giustiniani – si apprende – potrebbero essere definite con un accordo lampo di patteggiamento a 2 anni di reclusione e pena sospesa.