MICHELE QUIRICI
Cronaca

Fiera di San Luca, 5 secoli di affari e non solo

Pontedera nel XV secolo fu trasformata da castello a luogo di commercio. Dall’arrivo su “invito“ di nuovi residenti ai tempi d’oro

di Michele Quirici

Il primo a raccontare la storia della nostra città fu, nel 1907, il segretario comunale Arturo Petessi che nelle pagine delle sue “Memorie Storiche di Pontedera” dedicate al XV secolo scriveva: “Intorno a questo tempo il castello di Pontedera era restato desolato di abitatori tanto che la Signoria di Firenze nell’anno 1454 dispose che vi trasferissero cento famiglie dal Comune di Camporgiano in Garfagnana e altrettante da Albiano e Caprigliola in Lunigiana. Ne la sollecitudine della repubblica fiorentina per Pontedera si arrestò a questo, che altri ed utilissimi provvedimenti furono adottati, come l’esenzione a favore della nuova colonia delle pubbliche gravezze per la durata trent’anni, termine che fu poi con successive proroghe protratto fino all’anno 1534, e la concessione di tenere una fiera annuale, concessione che risale precisamente al 1471”.

I privilegi elargiti dai fiorentini sortirono qualche effetto tanto che la popolazione aumentò. Nel 1428 Pontedera aveva soltanto 292 abitanti, 361 nel 1491 ma poi c’è una lunga e fortissima crescita che la porta a raggiungere 905 abitanti nel 1552 e 1796 nel 1671. Se la Fiera di San Luca quest’anno spegne 549 candeline, il nostro mercato del venerdì non è da meno e si tiene da ben 474 anni. Era il 1546 quando fu concessa a Pontedera la possibilità di tenerlo nel giorno di mercoledì, ma nel 1565 i pontederesi ne chiesero lo spostamento al giorno di venerdì a Cosimo I: “Exponsi per parte della comunità et huomini del Pontadhera vostri fedelissimi servitori come, non tanto per commodo loro quanto etiam de’convicini, e fu sino l’anno 1546 concesso loro un mercato libero, come di sotto si dirà, da farsi in detto castello ogni mercoledì di qualunche settimana per tempo d’anni cinque e ‘quali sono passati di gran lunga et che, perché in detto dì si fa ancora il mercato nella città di Pisa in modo che l’uno dà impedimento all altro, et però e’desideravano hoggi far detto mercato ogni venerdì di ciascuna settimana, nel qual dì non si fa mercato alcuno in quelle circumstantie; et conoscendo le Signorie Vostreclementi et benigne esser solite saudire li loro sudditi nelle cose honeste, pertanto e’ricorrano con fiducia alle magnifiche Signorie Vostre et umilmente supllicano che si provegga”. Tra il momento della concessione del mercato, 1546, e il suo spostamento, 1565, accade un fatto rilevante come racconta Repetti: “Ma un gran guasto ebbe a soffrire la Terra di Pontedera nel 1554, all’occasione della guerra di Siena, quando vi passò l’esercito austro-ispanico-mediceo condotto dal March. Di Marignano per far fronte a Piero Strozzi che da Siena aveva eseguito un’escursione nel Pisano, nel Lucchese e nel Pesciatino. Fu allora che il March. Di Marignano dopo aver costretto il nemico alla ritirata fece spianare le mura castellane di Pontedera in castigo di aver quei terrezziani accolto lo Strozzi”. La perdita delle mura sancì il passaggio della città da luogo “militare” a quello “commerciale”.

L’invidiabile posizione geografica e le attitudini degli abitanti fecero il resto. La fiera si è sempre tenuta e sempre negli stessi giorni. In passato le ricorrenze degli Apostoli e degli Evangelisti venivano considerate feste di precetto, ovvero giorni di festa. Gli abitanti di Pontedera avevano nel 18 ottobre, il giorno di San Luca, un riferimento nel calendario. Il giovedì dopo sarebbe stato il giorno della fiera. Gli anziani ci raccontano che la fiera iniziava il mercoledì (il fierino), continuava poi il giovedì (la fiera) e il venerdì (il fierone).