REDAZIONE PONTEDERA

"Vieto al personale della mia azienda di passare dalla Fipili, troppo pericolosa"

L'imprenditore livornese Salvatore Favati scrive alla redazione de La Nazione denunciando la pericolosità dell’arteria dopo l'incidente mortale di Sandro Banchellini, chiedendo la chiusura e la ricostruzione della strada.

"Fipili pericolosa. La mia azienda la evita"

L'imprenditore livornese Salvatore Favati scrive alla redazione de La Nazione denunciando la pericolosità della FiPiLi dopo l'incidente mortale di Sandro Banchellini, chiedendo la chiusura e la ricostruzione della strada.

Pisa, 28 settembre 2024 – Alla redazione di Pisa de La Nazione è arrivata una lettera di Salvatore Favati, un imprenditore livornese che ha scelto di non far passare i mezzi aziendali dalla FiPiLi e che scrive dopo il tragico incidente costata la vita al volontario della Cri Sandro Banchellini: "A tutto il personale della mia azienda è stato fatto divieto di passare dalla Fi Pi Li perché, oltre a rendere problematica una qualsiasi previsione d’arrivo è pericolosa come dimostrano le dolorose sequenze di incidenti, quotidiani, alcuni mortali come quello accaduto ieri. Non so se provare più rabbia o dolore per un’altra morte annunciata”.

L’imprenditore non usa mezzi termini parlando della strada che tante polemiche crea: “La FiPILI è sin dalla sua apertura una porcheria: disegnata male, sconnessa, con un manto assurdamente pieno di poggi buche e quant’altro serve per renderne pericolosa la percorrenza. L’amministrazione provinciale ha ben pensato di metterla a reddito ficcandoci una marea di Autovelox, eppure (non ci crederete!) si muore lo stesso. A morire per ironia della sorte è stato, ieri, un giovane che si preoccupava della sicurezza di quella fetente arteria regionale; mi fa male prenderne atto”.

Parla poi della tassa sui mezzi pesanti: “L’idea della Regione di mettere una gabella per i TIR mi sembra stupida: pagare per circolare sulla medesima strada assassina migliorerebbe le condizioni di sicurezza? Sembra, forse sbaglio, l’istituzione di una "licenza d’uccidere" riservata ai soli camionisti. Questa proposta di gestione è a mio avviso ridicola, o forse folle: ci verranno estorti quattrini per percorrere l’identica strada di prima, omicida come sempre, per rifar la quale a pezzi, bocconi (amari) e spintoni servirebbero decenni. Io affermo che quella stradaccia va chiusa, cancellata, ridisegnata e rifatta. Ricostruirla ex novo costerebbe meno che rattopparla".