Il giallo di Flavia Agonigi. Il mistero e le paure: “Sembra un piano architettato bene”

Un’amica della donna scomparsa da dodici giorni da Pontedera. “Chi sa parli, abbiamo bisogno di aiuto per riportarla a casa”. L’ipotesi? Incontro con una persona sbagliata

Proseguono le ricerche della polizia dell’auto con cui Flavia Mello Agonigi si è allontanata dal Don Carlos

Proseguono le ricerche della polizia dell’auto con cui Flavia Mello Agonigi si è allontanata dal Don Carlos

Pontedera (Pisa), 24 ottobre 2024 – “E’ tutto architetto troppo bene, non si trova la macchina, non si trova Flavia, telefoni spenti, sembra una cosa programmata, tutto troppo a misura”, dice Greta, un’amica di Flavia, ai microfoni de “La Vita in diretta”. Temendo che Flavia Mello Agonigi, 54 anni, origini brasiliane, ma cittadina italiana – la donna scomparsa dodici giorni fa – possa essere finita vittima di un piano diabolico. Ma architettato da chi? Greta non riesce a credere che di Flavia non si trovi traccia. Qualcuno l’avrebbe fatta sparire di proposito, secondo le paure dell’amica: “Non era da lei sparire così, non aveva motivo”. Ha incontrato la persona sbagliata? “Si, secondo me sì”, dice Greta.

Eppure nella vita di Flavia era tutto tranquillo. Fuori e in famiglia. Era benvoluta da tutti, anche al Don Carlos dov’era andata a ballare la sera che poi è sparita. Ma chi ha visto quella sera? Era con un’amica. Poi è uscita all’una e trenta da locale, da sola, ha preso la macchina ed è andata via. Avrebbe detto ad un’amica che doveva incontrare una persona.

Flavia guida la Opel Mokka e arriva in Valdera. Nella zona di Santo Pietro Belvedere, la targa della macchina viene inquadrata da una telecamera di video sorveglianza, il cellulare aggancia un’ultima cella. Poi sia la donna che l’auto diventano fantasmi. Nessun occhio elettronico vedrà più il mezzo. Flavia scompare. Greta lancia un appello: “Chi sa parli, abbiamo bisogno di aiuto per riportare Flavia a casa”. Ma non nasconde la paura che quella persona che l’amica aveva detto che doveva incontrare sia la stessa che aveva pianificato di farle del male.

La macchina, come abbiamo già detto, resta un punto chiave delle indagini a tutto campo che sta conducendo la polizia: però anche l’auto, come Flavia, sembra sia stata inghiottita dal buio profondo di quella stessa notte quando la donna si trovava a pochi chilometri da casa. Ma cosa ci faceva Flavia lì, a San Pietro Belvedere? “Questa è una domanda che dovrà essere sciolta dagli inquirenti, sono zone limitrofe a Pontedera, sono zone poco transitate. Non sappiamo se era davvero Flavia a guidare la macchina, le telecamere riprendono la targa e non non l’abitacolo”, ha spiegato l’avvocato Gabriele dell’Unto, il legale che il marito di Flavia ha nominato per essere assistito nel seguire le ricerche e le indagini.

Fu proprio Emiliano, la mattina del sabato, avendo visto che la donna non era rientrata a casa, che alle 6 non era nel letto accanto a lui come sempre, ad allarmarsi, specie quando la moglie era irraggiungibile sui due cellulari che teneva sempre accesi. Il primo pensiero del signor Emiliano fu ad un incidente stradale: l’uomo andò a cercarla al pronto soccorso del Lotti, a quello di Cisanello, poi però chiamò la polizia e poco dopo fece la denuncia di scomparsa. E le ricerche partirono spedite, a tappetto. Quel venerdì 11 ottobre la coppia aveva cenato insieme – la ricostruzione del marito – in un clima sereno come sempre. Poi Flavia disse che doveva uscire con un’amica. Prese la macchina e andò a Chiesina Uzzanese. Ma a casa non ha più fatto rientro. “Flavia non può essere sparita nel nulla, qualcuno deve sapere qualcosa”, ha detto il signor Emiliano dicendosi certo che non siamo davanti ad un allontanamento volontario.

Le ricerche della donna e della macchina, frenate ieri dal maltempo, da quanto abbiamo appreso, riprenderanno oggi. Forse anche con l’ausilio di un elicottero per perlustrare la zona. Trovare la macchina - anche solo la macchina - aiuterebbe in modo significativo a delineare e circoscrivere il contesto in cui la vicenda è maturata. Portando gli inquirenti sulle tracce di Flavia e su quelli che chi potrebbe averle fatto del male. La vita della donna è sotto la lente. Intanto la nipote Irene, assistita dall’avvocato Daica Rometta (associazione Penelope) si è rivolta a “Chi l’ha visto?” per lanciare un appello.

Carlo Baroni