
Operazioni di rimozione nel centro storico di San Miniato colpito da diverse frane
Acqua e fango hanno invaso scantinati e case, causato frane, fatto "scomparire" strade e isolato paesi. Ci sono ancora otto famiglie fuori casa, fra Balconevisi e Castellonchio, mentre i sottopassi di Isola e San Romano, ancora pieni, restano chiusi. Come resta chiuso il parcheggio del Cencione a San Miniato, per il quale c’erano timori comprensibili alla vigilia del maltempo, dopo che una frana, il 14 febbraio scorso, ne aveva compromesso l’utilizzo della metà con previsioni di spesa di un milione di euro per rimetterlo tutto in funzione in estate. Nelle ore scorse è "franato sul franato" spostando i blocchi di cemento posizionati a protezione del precedente smottamento. "Ora l’area di sosta è chiusa – dice il sindaco Simone Giglioli –. Terminata l’emergenza cercheremo di capire come intervenire. Certamente si dovrà cominciare dalla rimozione del materiale e dal riposizionamento dei geobloc". Ma è chiaro che quello che è successo renderà ancora più critica una situazione complessa, con tempi già lunghi di soluzione, e con non poche conseguenze sulla città a corto di parcheggi per il maxicantiere fra piazza del Popolo e via Conti. Resta interdetta anche la porzione di sosta di piazza Dante Alighieri, già interessata da un precedente cedimento che si è aggravato con caduta di ulteriore materiale.
Le idrovore, anche ieri, hanno funzionato a pieno ritmo a San Donato, Ventignano, San Miniato Basso e La Scala per numerosi allagamenti di abitazioni e scantinati. Frane e smottamenti di entità più e meno lieve si sono verificate soprattutto a Balconevisi con l’interruzione di via Buecchio, e a La Serra in via XXIV maggio con uno smottamento alla curva dopo il crossodromo. Frane sono state registrate anche in via Catena, nella zona di Calenzano e lungo Corso Garibaldi che – anche per la situazione del parcheggio di Fonti alle Fate – è percorribile solo a senso unico. I ristagni dei campi e la saturazione dei fossi, hanno fatto sì che l’acqua in molti casi si riversasse in molte vie. Ma quasi tutte le strade, ieri, sono tornate percorribili: tre squadre hanno continuato a lavorare senza sosta sulle maggiori criticità. Ieri tutta la giunta ha incontrato il presidente della Regione Eugenio Giani a Roffia. "E’ qui nel lago di Roffia – ha detto Giani – che si è materializzata la più efficacie difesa da una potenziale alluvione dell’Arno, perché aperte le briglie, la cassa d’espansione più importante della Toscana, ha realizzato il deposito di 5 milioni metri cubi d’acqua". Salvando tutto il Cuoio da un possibile disastro.
Carlo Baroni