
Nella foto i rilievi della scientifica nel giardino della casa di Ceraulo. Sotto, i carabinieri presidiano la zona
Santa Maria a Monte (Pisa), 25 aprile 2025 – “Ti perdono per il male che mi hai fatto. Ma non riesco a perdonarti per ciò che hai inflitto a te stesso”. E’ la frase più significativa che Gaetano Ceraulo, figlio di Benedetto Ceraulo, ha pubblicato poco prima della mezzanotte di mercoledì sul suo profilo Facebook dal letto dell’ospedale di Cisanello dove è ricoverato per le ferite al volto causate dai proiettili sparati da suo padre con una pistola detenuta illegalmente. Spari per un graffio alla macchina, come hanno accertato i carabinieri che hanno arrestato il padre 63enne e lo stanno piantonando in ospedale. L’uomo, dopo aver sparato al figlio, ha esploso un colpo contro se stesso. Alla testa.
Un lungo scritto, molto toccante. Dal quale emerge soprattutto la delusione e l’amarezza del 37enne – figlio del sicraio che nel marzo del 1995 uccise Maurizio Gucci a Milano – per il padre che ha armato la sua mano per la seconda volta. Per quel padre che sembrava aver capito l’errore dopo il carcere e la buona condotta nel penitenziario di massima sicurezza sull’isola Gorgona, dove ha imparato a coltivare le viti e a produrre il vino.
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Voglio mandare un abbraccio a tutte le persone che mi stanno dimostrando affetto – inizia così il post di Gaetano Ceraulo – La vostra vicinanza, quella della mia famiglia, la professionalità e l’estrema dolcezza degli operatori sanitari, così come la sensibilità e il tatto delle forze dell’ordine, sono stati un combustibile preziosissimo in questi due giorni. Grazie. Domani (ieri, ndr) affronterò un intervento piuttosto importante per rimuovere un corpo estraneo dal volto e sistemare alcune piccole fratture alla base dell’occhio. Grazie ai ragazzi e alla voglia di rivedere il mio pasticcino, riesco a restare ottimista e a trovare la forza. E grazie a te, amico mio, che ti stai prendendo cura di Arturo come farei io. Sapere che è in ottime mani rappresenta il 100% della mia serenità”.
Poi si rivolge direttamente al padre. “Il dolore più grande, in questo momento, è per te che hai compiuto un gesto terribile e vile – ancora il messaggio di Gaetano Ceraulo – Non mi riferisco al male fatto direttamente a me, né alle minacce ad Arturo. Mi riferisco al gesto ancor più vile che hai rivolto a te stesso. I proiettili possono solo ferire o uccidere la carne. Il dolore dell’anima, invece, è indelebile. La vita è sacra, va difesa sempre e comunque: che sia quella di un cagnolino, di un topolino o di un essere umano… anche quella di una persona che ha smarrito la strada. Ti perdono per il male che mi hai fatto. Ma non riesco a perdonarti per ciò che hai inflitto a te stesso”.
“Che il Dio che tanto adoravi e pregavi possa guardare dentro il tuo cuore, riconoscere le tue colpe, e offrirti la forza per attraversare questo buio – conclude il post del figlio del sicario che il 27 marzo del 1995 uccise Gucci – E forse, cambiare davvero. Ma se decidesse di interrompere la tua vita terrena allora che Egli possa comunque perdonarti e accoglierti tra le sue braccia… E perdonare anche noi, per non aver visto che il male si nascondeva in te, silenzioso, in attesa di mostrarsi”.
g.n.