REDAZIONE PONTEDERA

Gasolio contraffatto, ridotte le pene per i nove imputati

A Pisa erano stati condannati con rito abbreviato. Ora il caso potrebbe finire davanti alla Cassazione

Indagine della guardia di finanza di Pisa

Crespina (Pisa), 15 marzo 2022 -  Il primo troncone preprocessuale dell’operazione "Petroloro" della guardia di finanza di Pisa – coordinata dal pm Egidio Celano – è già passato davanti alla Corte d’appello. Il secondo grado di giudizio ha mitigato l’apparato sanzionatorio per tutti gli imputati che erano stati condannati a vario titolo, dal gup di Pisa, all’esito del rito abbreviato. Davanti ai giudici fiorentini le difese degli imputati hanno formulato proposte di concordato alle quali il procuratore generale ha aderito.

Così, in accordo tra le parti, il collegio – sentenza depositata nei giorni scorsi – ha parzialmente riformato il pronunciamento di primo grado nel seguente modo: Giovanni Scutellaro, 46 anni (difeso dall’avvocato Generoso Pagliarulo) 3 anni e 6 mesi di reclusione; Francesco De Risi, 54 anni (difeso dall’avvocato Carlo Fabozzo) 3 anni e 4 mesi di reclusione; Adele Vivenzio, 31 anni (difesa dall’avvocato Giovanni Sepe) 4 anni e 4 mesi di reclusione; Francesco Nappi, 36 anni (difeso dall’avvocato Generoso Pagliarulo) 2 anni e 10 mesi di reclusione; Alberto Cozzolino, 35 anni (difeso dall’avvocato Antonio Del Vecchio) 4 anni e 4 mesi di reclusione; Vincenzo Carbone, 39 anni (difeso dall’avvocato Rosario Arienzo) 2 anni e 8 mesi di reclusione; Enrico Fuso, 62 anni (difeso dall’avvocato Riccardo Cafaro) 4 anni e 4 mesi di reclusione; Michele Moschese, 32 anni (difeso dall’avvocato Generoso Pagliarulo) 2 anni e 2 mesi di reclusione; Antonio Manna (difeso dall’avvocato Salvatore Impradice) 2 anni e 10 mesi di reclusione.

Sono state revocate e ridotte anche alcune pene accessorie. Nell’atto d’appello le difese avevano attaccato, si apprende, nella valutazione delle diverse posizioni, anche la lettura delle intercettazioni telefoniche ritenuta sganciata dal reale contesto dei fatti; per taluni è stato evidenziato il ruolo non decisionale rivestito nella vicenda, e la non ravvisabilità di attività associativa. Così come per altri è stata sottolineata la mancata concessione delle attenuanti generiche. La vicenda – ora potrebbe finire davanti alla Cassazione – è quella del gasolio "allungato" che portò le fiamme gialle ad deposito di carburante a Lavoria.

Qui, secondo le indagini, c’era l’epicentro operativo: il gasolio sarebbe stato contraffatto attraverso la miscelazione di oli e poi immesso sul mercato attraverso documenti falsi. Il tutto evadendo il fisco. Un lavoro organizzato nel quale, per l’accusa, veniva curato ogni dettaglio: i mezzi avevano un quantitativo di carburante vero da fornire in caso di controllo. Sulla vicenda un secondo troncone è sempre in fase preliminare a Pisa. Posizioni ritenute minori nell’ipotesi accusatoria: autotrasportatori e qualche amministrativo. Per queste l’udienza sarà a giugno.

Carlo Baroni