Valdicecina (Pisa), 23 gennaio 2019 - Ambiente, territorio e sviluppo rurale. Temi cruciali, che solitamente vengono sviscerati nelle tavole rotonde degli apparati politici, «masticati» nei convegni. Nodi che fanno tribolare i sindaci e battagliare gli ambientalisti. Ma stavolta, udite udite, è la musica a miscelare questioni da «massimi sistemi», in un guizzo di note e melodie che arriva proprio dal cuore della Valdicecina. Stiamo parlando di «La Jug Band dalle Colline Metallifere», un collettivo sbocciato nel marzo 2017 e battezzato con questo nome nel settembre 2018, con base operativa nelle terre dei soffioni.
Il gruppo germoglia dalla collaborazione fra due giovani musicisti rock blues con tre album all’attivo, un ricercatore indipendente con 25 anni di esperienza internazionale, musicalmente attivo dal 1986, e un tedesco trapiantato in terra maremmana.
Sul palco la potenza degli strumenti musicali si avvicenda a chiacchierate e approfondimenti sull’ambiente unendo così, in un momento unico, suoni e voci live alla divulgazione e alla sensibilizzazione su temi così importanti. «Geomusica», in soldoni: un concentrato tutto nuovo, un approccio che si forgia di innovazione e che porta la firma, fra gli altri, di due musicisti valdicecinesi doc, ovvero Dario Canal e Simone Sandrucci.
Un modo, per nulla scontato, di mettere in circolo idee sulle buone pratiche «green».
Oltrealla dotazione musicale standard degli Etruschi from Lakota, di cui fanno parte Canal e Sandrucci, la band porta sul palco strumenti vintage scovati nelle soffitte di casa e veri e propri «arnesi» scientifici e di misura come uno sky quality meter per la misurazione dell’inquinamento luminoso, un luxmetro, vari metri da muratore, a volte usati anche nel reparto percussioni.
Il collettivo, che ha già testato diversi palchi, è stato presentato a varie istituzioni di ricerca tra cui il Cnr di Pisa, il politecnico di Milano ed atenei italiani e stranieri, suscitando già un notevole interesse per la rara e originale combinazione fra l’arte e la capacità di accendere un riflettore sull’ambiente da un’ottica del tutto particolare e inconsueta.