Castelfranco di Sotto (Pisa), 5 ottobre 2024 – La chiesa della Collegiata dei Santi Pietro e Paolo era gremita da tanti amici. Il personale della Capannina, dello stabilimento balneare Roma Levante, i conoscenti arrivati dalla Versilia, quelli che abitano nella zona che gli ha dato i natali. Ma a salutare Gherardo Guidi nel suo ultimo viaggio non c’era nessuna star dello spettacolo.
Quel mondo che è stato dal 1960, anno in cui appena ventenne rilevò la «Sirenetta» proprio a Castelfranco di Sotto, il suo mondo. Un viaggio travolgente e ricco di successi lungo 64 anni che si è chiuso all’alba di giovedì quando un malore nella sua casa di Forte dei Marmi è stato fatale al signore della notte. Gherardo Guidi è stato un simbolo dell’Italia che vince. Un imprenditore che «vendeva musica e divertimento» come amava definirsi ma che in realtà era molto di più. Di personaggi del mondo dello spettacolo ne ha fatti lavorare tantissimi, molti li ha lanciati perché lui aveva l’intuito e le capacità per capire su chi puntare. Fa male notare che i nomi che Gherardo ha amato e proposto non fossero presenti. Di attestazioni e messaggi alla moglie Carla, alla figlia Cristina e ai familiari ne sono arrivati tantissimi.
Tutti i presenti, prima e dopo la cerimonia funebre, hanno sottolineato che uno dei grandi meriti di Guidi è stato puntare sulla tradizione ma essere sempre al passo con i tempi e recepire le novità.
Come fatto con la sua Capannina che questa sera sarà chiusa per lutto. Chi è invece è partito da Torino per esserci è stato Alessandro Boniperti, imprenditore e figlio di Giampiero, storico presidente della Juventus. «Ho conosciuto Gherardo quando avevo 15 anni, era amico di papà e poi è diventato amico mio. Un esempio come imprenditore e uomo di spettacolo. Me ne andavo dopo le chiacchierate che facevo con lui e sentivo di aver imparato qualcosa. Sono commosso».
Alessandro sa che suo padre Giampiero andava spesso alla Capannina nei pomeriggi di estate nei primi anni Ottanta per parlare con Guidi di calcio e di Giancarlo Antognoni, che lui voleva portare a Torino. Guidi era nel cda della Fiorentina e gli disse sempre di no, su mandato dei suoi colleghi dirigenti. Antognoni era una bandiera viola e non poteva andare alla Juventus. Al termine del rito funebre la figura di Gherardo Guidi è stata ricordata dalla figlia Cristina e dall’ex sindaco di Castelfranco Gabriele Toti. Da ieri sera Guidi riposa nella cappella di famiglia, accanto ai genitori.