Pontedera (Pisa), 13 ottobre 2024 – L’applauso accoglie il feretro di Giacomo Maccheroni in piazza Cavour all’uscita da palazzo Stefanelli. Sulla bara le bandiere del suo Partito Socialista e la prima bandiera della sezione pontederese del Partito Comunista Italiano. Sopra la fascia da sindaco e al centro un mazzo di garofani rossi. Le note della Marcia Civile del compositore pontederese Giovanni Falorni ieri pomeriggio hanno accompagnato l’ex sindaco verso la folla accorsa a salutarlo. Tanti i volti della politica locale e regionale, i sindaci, gli ex amministratori, i compagni di partito e i cittadini. E poi il figlio Sandro e l’amico e assistente inseparabile che lui chiamava affettuosamente Gino.
“Siamo qui davanti al suo palazzo comunale della sua Pontedera – ha detto il presidente della Regione Eugenio Giani – qui l’ho visto l’ultima volta per la campagna elettorale di Matteo Franconi. Era in prima fila a manifestare ancora forte quello stesso sentimento che lo aveva portato a iscriversi a 14 anni al partito Socialista e a immergere la sua vita tra i garofani rossi, gli stessi che lo avvolgono adesso. Un uomo dal carisma straordinario, dalla grande dimensione umana, un uomo che ha vissuto nella coerenza dei suoi valori. Alla fine della vita ci si chiede se si è lasciato il segno. Lui sì, lo ha fatto a Pontedera, in Toscana, in tutto il Paese e per le persone che lo hanno conosciuto”.
Chi si alterna al microfono ricorda aneddoti, racconta episodi della vita del sindaco Giacomo Maccheroni, dell’uomo, del presidente del consiglio regionale e del parlamentare. A tracciarne il profilo umano e politico è l’editore e storico pontederese Michele Quirici, a partire da quello che era il suo carattere fino agli ultimi impegni: scrivere un libro e dedicare una targa ad Alvaro Fantozzi. “Eravamo coesi nell’avere una città – ha detto commosso l’ex sindaco di Pontedera Carletto Monni – che fosse democratica e antifascista, abbiamo lavorato per avere più libertà e giustizia sociale. Abbiamo condiviso un patrimonio di lotte, per un unico fine”.
L’attuale presidente del consiglio regionale Antonio Mazzeo ha ricordato invece quelli che sono stati i consigli dell’uomo che anni prima aveva ricoperto quella stessa carica: l’essere tra la gente, portare l’impegno politico nelle scuole e prendersi carico delle sofferenze altrui. Infine l’attuale sindaco di Pontedera Matteo Franconi.
“Durante il Covid – ricorda – mi fece capire l’importanza di dare segnali chiari per dimostrare che le istituzioni erano pronti a dare delle risposte. Quel periodo fu un po’ ciò che fu l’alluvione del ’66 così nacque l’idea di realizzare un manifesto così come aveva fatto Giacomo Maccheroni a quel tempo”. Da piazza Cavour il corteo ha attraversato parte di corso Matteotti per raggiungere il circolo Fantozzi e fermarsi lì per gli ultimi pezzi della banda. Così, con una cerimonia laica scritta dallo stesso Maccheroni, Pontedera ha salutato il sindaco che per decenni ha continuato a intercettarne i bisogni e gli umori.