Guerra ai piccioni per salvare San Rocco

Misure per tutelare la struttura e impegno dei volontari: presto inizierà il restauro

Guerra ai piccioni per salvare San Rocco

Guerra ai piccioni per salvare San Rocco

C’è l’impegno in prima persona di volontari. Nei giorni scorsi un primo trattamento antitarlo è satto fatto alle panche della chiesa di San Rocco che portano il nome dei generosi donatori del tempo che fu. Ora che i piccioni non riescono a entrare è spossbile rendere questa chiesina, tappa della via Francigena, più accogliente, almeno fino all’inizio dei prossimi lavori di restauro. L’impegno è dell’associazione Moti Carbonari. Un’operazione decisiva è satto il posizionamento di una rete che tiene lontani i picciono, autori di danni importanti a questo scrigno d’arte e di storia. Resta l’attesa dei lavori di consolidamento e restauro – operazione complessivamnte da 650mila euro di cui 400mila euro arrivano da un contributo straordinario della Regione Toscana – della piccola chiesa di pizza Bonaparte che è una tra le più importanti chiese del centro storico cittadino, legata alla comunità locale di San Miniato in quanto fu eretta agli inizi del ‘500 come loggia al lato della piazza Buonaparte, dedicata inizialmente a San Sebastiano, santo protettore del contagio dalla peste poi nel 1718 vi fu trasferita la reliquia di San Rocco. Nel 1967 fu restaurata e affrescata internamente da un gruppo di pittori di San Miniato (Lotti, Ciampalini, Giani, Giannoni, Giolli, Mori, Vezzi). Oggi sono proprio gli affreschi a versare – purtroppo da diversi anni – in condizioni sempre critiche: c’è bisogno di una profonda operazione di risanamento, ripulitura e poi restauro. Intanto però a prendersi cura di questo luogo sono i cittadini.