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I sindacati chiedono più sicurezza: "Bus grandi in vie troppo strette"

Dopo la tragedia di Cucigliana, sindacalisti e esperti evidenziano i pericoli legati alla circolazione di autobus di grandi dimensioni in provincia di Pisa, sottolineando la necessità di maggiore attenzione e rispetto delle norme stradali.

Alessio Cerullo

Alessio Cerullo

"Scarsa visibilità, strade strette e soste selvagge". A due giorni dalla tragedia di Cucigliana, dove il ciclista Alessio Cerullo, 37 anni, ha perso la vita scontrandosi con un autobus di 12 metri, Lorenzo Bonanni della Faisa-Cisal di Pisa e Alessandro Gafforio della Cgil Autobus Trasporti fanno il punto sui pericoli che possono nascere con la circolazione di autobus di quella portata in provincia. "Incidenti come quello avvenuto lunedì - spiega Bonanni - non sono frequenti. La dinamica stessa è anomala". L’autobus di Autolinee Toscane coinvolto nell’incidente è lungo 12 metri e largo 2,5 metri, ma Bonanni precisa: "Gli autosnodati arrivano fino a 18 metri, mentre gli urbani sono lunghi 8 metri". Secondo il sindacalista, queste dimensioni rendono difficile la mobilità nelle strette strade, "soprattutto quelle a doppio senso – spiega Bonanni – che sono inadeguate. Non c’è spazio fisico sufficiente. Da Casciana Terme in poi, ad esempio, ad ogni curva si è costretti a invadere la corsia opposta; la stessa cosa accade per le strade di Calci e anche per quelle urbane di Pisa, dove il principale pericolo in questo caso è rappresentato dalla scarsa visibilità, con bici e pedoni che transitano nei punti ciechi".

Proprio su questo punto, la tecnologia può venire in soccorso: "Gli ultimi modelli di autosnodati sono dotati di sensori laterali che segnalano la presenza di pedoni o altri veicoli in avvicinamento con un segnale acustico. A Milano, ad esempio, tutti i mezzi devono essere dotati di questi dispositivi, altrimenti non possono transitare dai varchi". Tuttavia, questa tecnologia, avverte Bonanni, "è pressoché inefficace in contesti come quello accaduto a Cucigliana".

"Da parte mia e dell’organizzazione che rappresento – commenta Gafforio, Cgil – voglio esprimere le mie condoglianze alla famiglia del ragazzo e solidarietà verso il conducente del mezzo". Tra i problemi che affliggono gli autisti, spiega Gafforio, "ci sono situazioni di pericolo per la circolazione causate dalla sosta selvaggia o dal mancato rispetto del codice della strada. Per noi le difficoltà maggiori sono provocate dalle auto parcheggiate in maniera irregolare, che riducono ulteriormente una carreggiata già molto stretta. Per i veicoli normali, questo è quasi impercettibile, ma per un mezzo di 12 metri, come quello coinvolto lunedì, costituisce un rischio concreto". Proprio su questi spunti di riflessione conclude il sindacalista: "È necessaria una presa di coscienza comune affinché non si ripetano incidenti mortali come quello avvenuto lunedì".

Enrico Mattia Del Punta