Il funerale del 27enne morto in auto: "Dario era un ragazzo eccezionale"

"Fai buon viaggio amico". Il volo dei palloncini bianchi e le parole commoventi del fratello e della fidanzata

PONTE A EGOLA

I messaggi e le lacrime del fratello, della fidanzata e di un amico e i palloncini bianchi in volo nel cielo con la scritta "Fai buon viaggio". In centinaia ieri mattina hanno dato l’ultimo saluto a Dario Matteoli, il ventisettenne dipendente dell’Unione dei Comuni della Val di Bisenzio morto nel primo pomeriggio di mercoledì quando la sua auto è finita – ancora per cause in corso di accertamento – contro un albero della via Cavalcanti a Signa. Dario era uscito dal lavoro alle 14,30 e stava rientrando a casa a Ponte a Egola. Tra le ipotesi sulle cause del tragico incidente un colpo di sonno, un malore o un guasto al veicolo.

Dario si era laureato al Dagri (Dipartimento di scienze e tecnologie agrarie, alimentari, ambientali e forestali) di Firenze e dopo un periodo come assegnista nella stessa facoltà aveva trovato lavoro all’Unione dei Comuni della Val di Bisenzio dove, in appena due mesi, aveva già contagiato tutti per la sua bontà, la sua preparazione e il suo essere "un ragazzo eccezionale", come ha detto durante l’omelia anche don Giovanni Fiaschi, già parroco di Ponte a Egola, che aveva conosciuto ilo giovane e la sua famiglia appena arrivati nella frazione di San Miniato.

Marco, il babbo di Dario, è uno dei soci del Gruppo Biokimica di Santa Croce e ieri mattina al funerale erano decine i dipendenti, i collaboratori e i semplici conoscenti dell’azienda. In decine si sono stretti, alla fine del rito funebre, al padre, alla madre, al fratello e alla fidanzata (Claudia) che, in lacrime, ha ricordato come, proprio ieri, fossero quattro anni e mezzo dal loro fidanzamento. "Siamo cresciuti insieme – le parole di Claudia – Mi spronavi sempre a credere in me stessa. I nostri sogni erano tanti e volevamo diventare una famiglia insieme, tu padre e io madre. Amore mio sono tanto orgogliosa di te, dacci la forza per andare avanti".

"Il primo ricordo che ho di te – le parole del fratello Diego – è quando babbo e mamma mi hanno chiesto di scegliere il tuo nome. Poi siamo stati bambini e ragazzi, tra le abbuffate dai nonni, i giochi e anche qualche litigio e botta, ma vincevi sempre te. Siamo diventati grandi. Il tuo rigore quasi militaresco e i tuoi sogni che si stavano avverando dopo gli studi e l’inizio del lavoro. Ricordatevi di Dario quando farete una passeggiata in montagna, quando vedete un albero, vi fate l barba e accendete il il camino". Infine, il saluto di un amico come quando si vedevano in giro: "Ci si aggiorna, Dario, fai buon viaggio, ti vogliamo bene".

g.n.