
L’ente opererà su tanti livelli, comprese le scuole. Il fondatore Giacomo Gronchi: "E’ emozionante dare vita a questa idea"
Prende forma la Fondazione Gruppo Lupi. Dal cuore della zona industriale di Pontedera, il Gruppo Lupi, azienda leader negli estintori e nella sicurezza sul lavoro, lancia un nuovo progetto. Ecco quindi i primi passi della fondazione, ente che ha preso vita a marzo e che ora inizia a farsi conoscere. La Fondazione Gruppo Lupi non ha scopo di lucro e opererà su tutto il territorio nazionale e comunitario. Le sue finalità sono l’istruzione, l’educazione, la formazione e la promozione della cultura in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, di cittadinanza sicura e di prevenzione dei rischi, anche durante le calamità naturali e i fenomeni climatici estremi. Fra i suoi ambiti strategici di intervento ci sono la scuola, i luoghi di lavoro pubblici e privati, le università, le associazioni, gli oratori e, più in generale, le comunità di cittadini.
"Il progetto è iniziato il 14 marzo – ha raccontato ieri mattina alla presentazione dell’ente, Giacomo Gronchi, Ad del Gruppo Lupi e fondatore della fondazione – e devo dire che il momento della costituzione dal notaio mi ha toccato, mi ha emozionato lo scoprire che la fondazione non ha una scadenza come le società. Siamo infatti abituati a costituire società che per legge devono avere una scadenza. La fondazione no. Ecco, prevedere una cosa che non ha una fine mi ha emozionato. Vuol dire che abbiamo dato vita a una nostra idea di sicurezza che crescerà. E tutto questo mi ha reso orgoglioso".
La fondazione ha ovviamente un logo e la sua grafica non è certo stata scelta a caso. La scritta “fondazione“ è in corsivo "perché è una firma sul futuro". "Dobbiamo tendere verso un profilo di credibilità – esordisce il presidente della fondazione, Emanuele D’Arrigo – Serve una progettualità che diventi realtà". Perché se è normale che una società come il Gruppo Lupi sia formata da persone d’impresa, può diventare prezioso che tempo e risorse vengano impiegate anche in progetti sociali. "Conosciamo tanti progetti che hanno nel sociale il fine di far star bene le persone in difficoltà – aggiunge D’Arrigo – Qui, però, con la Fondazione Gruppo Lupi, sarà una cosa diversa". Perché il nuovo ente cercherà di far breccia nel tessuto sociale con una rivoluzione culturale sulla sicurezza sul lavoro. Per farlo metterà insieme le sue conoscenze acquisite negli anni e in più "alzando il tiro dell’interlocuzione", ovvero toccando vari strati della società, fino alle scuole. "La gente deve andare al lavoro e avere la possibilità di tornare a casa la sera – riassume D’Arrigo – E per spiegarlo la fondazione deve avere dei confini più ampi".
Dalle parole ai fatti. "Cosa succederà? – prende la parola il segretario generale Damiano Carli – L’ente prenderà forma. Prenderà in carico tutti i progetti che il Gruppo Lupi ha portato avanti negli anni: promozione dell’arte, sostegno all’iniziativa Cronisti in classe, sicurezza stradale con le scuole, promozione dell’iniziativa Sicurama per i bambini per imparare l’uso degli estintori, sostengo del programma Wao nel terzo settore e condivisione delle idee con l’università di Perugia. E infine, il progetto sicurezza civile, ovvero, il rispetto dell’ambiente". E le idee non finiscono certo qui. Anzi. "Stiamo mettendo in cantiere il premio Matteo Gronchi, scomparso nel 2007", conclude Carli.
Parole di elogio anche dall’arcivescovo Giovanni Paolo Benotto: "Tante volte, mi sento ripetere la frase, “Ma tanto non è successo nulla“. Ma che vuol dire? Tutto questo è mancanza di cultura e rispetto verso la sicurezza sul lavoro". L’arcivescovo ha avuto anche parole positive per la “palestra“ dove si è tenuta la presentazione della fondazione, ovvero un capannone dove si svolgono esercitazioni ricreando i pericoli sui luoghi di lavoro. "La palestra è un’idea che sta prendendo piede", conclude Benotto. Anche il sindaco Matteo Franconi ha espresso il suo apprezzamento per l’iniziativa ricordando la terribile notizia arrivata in mattinata di un morto sul lavoro a Carrara: "Questo progetto lavora sulla responsabilità collettiva e mette a disposizione del territorio gli strumenti giusti".