ILENIA PISTOLESI
Cronaca

Il libro Uno “Sporco mondo“ da smascherare

Presentato il primo romanzo di Giada Cantini originaria di Montegemoli. Una colf è la narratrice in prima persona che opera, vede e scopre

Da sinistra Cecilia Robustelli e Giada Cantini

Da sinistra Cecilia Robustelli e Giada Cantini

VALDICECINANascondere grumi di polvere sotto il tappeto. Nelle moquette tirate a lucido degli alberghi. Nelle tempeste da guerre profane che si calcificano, si voglia o meno, in ogni coscienza: siamo tutti lindi e puliti? Cosa mascheriamo dentro alle nostre armature? "Sporco mondo", opera prima della scrittrice Giada Cantini, originaria di Montegemoli, è un romanzo che mette a nudo l’umanità. Nel suo volgere intimo, dove l’orbita rivoluzionaria della scrittrice si fa sonda per captare, ma soprattutto tentare di capire, quell’intimità sfacciata di cui sono custodi le addette alle pulizie di un albergo. Una colf è la narratrice in prima persona che opera, lavora, pulisce, rassetta, tocca e vede quanto di più nascosto tutti, solitamente. non nascondono tra le pareti domestiche. Quello sporco materiale e immateriale che si vetrifica nella stanza di un albergo e che viene messo nelle mani di una colf. Figura solitamente ai margini, nel libro rimessa al centro come colei che "salva dallo sporco del mondo, armonizzando velocità e sudore". Il volume, un romanzo in cui si assapora una narrazione da sceneggiatura, è stato presentato alla libreria Roma di Pontedera nell’ambito della rassegna “Pontedera delle donne“. La presentazione ha visto l’autrice al suo esordio letterario in dialogo con la professoressa Cecilia Robustelli. "Questo libro suscita immagini, è la stessa sintassi che inanella le immagini - spiega Robustelli - e con una descrizione precisa, che non sfocia mai nel grottesco, ci fa capire quanto sia variegata l’umanità. Un’umanità che si svela poco sensibile ai lavori considerati più umili. Un’umanità insensibile alla preservazione della propria intimità. Come accade nelle stanze di un albergo, dove l’intimità viene lasciata dietro di sé ed è la colf a raccogliere questa intimità. Cantini opera il rovesciamento di un’idea: la colf diventa una figura eroica che ci salva in un mondo in cui tutto è destinato a sporcarsi". Cantini: "Il libro è semi autobiografico e l’idea mi è balzata in mente quando lavoravo in un albergo c’è un legame materico tra ospiti di un albergo e colf, fatto di vista, tatto, odori. Volevo dare un senso alla quotidianità del mio lavoro in un albergo, cercare un significato. Osservando lo sporco degli altri, capiamo che tipo di umanità abbiamo di fronte".I.P.