E’ stato il riconoscimento a mezzo secolo d’impegno di Shalom dal cuore della Toscana nel mondo. E del suo fondatore, monsignor Andrea Cristiani che proprio in questi giorni ha festeggiato le nozze d’oro con il sacerdozio. Due storie l’una dentro l’altra – unite dalla fede e sinergiche nell’azione – che ieri hanno ricevuto un grande ed importante riconoscimento a Firenze.
E’ stato consegnato il gonfalone d’argento del Consiglio regionale della Toscana a don Andrea Cristiani, artefice e motore del Movimento, fondato a San Miniato (50 anni fa, con lo scopo di diffondere una cultura di pace, fratellanza e solidarietà. La cerimonia si è svolta nella sede dell’assemblea toscana. "Oggi è un giorno di grande significato per tutti noi, un’occasione per celebrare un cammino straordinario di solidarietà, crescita e speranza che si estende ormai da ben cinquant’anni – ha detto Antonio Mazzeo, presidente del Consiglio regionale – e un cammino che, partendo da una piccola comunità, ha saputo diffondere i valori di pace, solidarietà e cooperazione in tutto il mondo. Il Movimento Shalom ha sempre avuto la capacità di guardare lontano, verso le necessità di chi ha meno, e con determinazione ha lavorato per costruire un futuro più giusto e migliore per le generazioni future". Eugenio Giani presidente della Regione Toscana ha parlato di don Andrea Cristiani come di un parroco che "è stato un punto di riferimento per un’azione dedicata alla pace, un esempio per gli studenti, per un principio costituzionale che l’Italia ripudia la guerra. Seguendo i principi della tolleranza e di lotta alla povertà, aprendo numerose sedi nel mondo, partendo da un paese povero come il Burkina Faso, dove ha portato scuole, ospedali, pozzi d’acqua". "Abbiamo sempre riconosciuto un ruolo importante alla politica per migliorare la qualità della vita e lo sconcerto sta alla base della fondazione di Shalom - ha detto don Andrea Cristiani - quando abbiamo scoperto le situazioni critiche che esistono nel mondo, dove il 90% della popolazione è privato dei diritti fondamentali e il 10% sfrutta le risorse che dovrebbero essere distribuite a tutta la popolazione. Tra i nostri progetti futuri delle operazioni di rientro per i richiedenti asilo, che verranno reimpiegati nei loro Paesi in settori agricoli".
C. B.