Il portiere che gioca ancora a 61 anni

La storia di Manrico Macchi del Talea. Nell’ultima gara ha parato un rigore

Il portiere che gioca ancora a 61 anni

La storia di Manrico Macchi del Talea. Nell’ultima gara ha parato un rigore

PONSACCO

"Cosa mi spinge ancora a giocare? L’adrenalina prima della partita e vivere lo spogliatoio. A queste cose non si rinuncia con facilità". Manrico Macchi, 61 anni compiuti, ogni fine settimana indossa i guanti da portiere e la divisa del Talea – la squadra fondata a Ponsacco da don Armando Zappolini e don Luca Carloni (ora parroco di Lari) – e si piazza in porta. Fa così da quando aveva sei anni. Era il 1969 quando iniziò a calpestare il campetto sterrato dietro al Comunale di viale della Rimembranza. "Allora non c’erano le scuole calcio – racconta Macchi – Eravamo tanti bambini e io cominciai a fare il portiere. Poi passai al Gello Le Melorie e dopo alle giovanili del Pisa. A 17 anni mi ingaggiò il Fucecchio in Promozione. Poi Peccioli in Prima categoria, Capannoli, Calcinaia, Palaia, Fornacette, Soiana e Terricciola tra Prima, Seconda e Terza categoria". Macchi è stato tra i protagonisti, a 48 anni, del Ponsacco dei record che vinse la Terza categoria. A 51 anni l’ultima partita in un campionato Figc con il Fratres Perignano in Prima categoria. "Dieci anni fa pensavo di smettere – racconta ancora Macchi – Ma stavo bene e decisi di continuare a provare l’emozione dell’adrenalina prima delle partite e di continuare a frequentare gli spogliatoi. E così ho cominciato con gli amatori. Fino a ora con il Talea, squadra allenata dall’amico David Pratelli e composta da tanti ragazzi in gamba". "Il nostro eterno numero uno l’ha fatto ancora – scrive Talea – Ha parato ancora un rigore. Un esempio. Grazie Manrico. Continua così".

gabriele nuti