Il processo per il Keu. Associazioni parti civili. E si scava anche in altri siti

Legambiente e consumatori: "Siamo tutti molto soddisfatti di questo risultato perché dimostra l’importanza del nostro ruolo in difesa dei territori". Il gip di Firenze ha ammesso alle richieste anche la Regione e gli enti locali.

Il processo per il Keu. Associazioni parti civili. E si scava anche in altri siti

Le udienze sul caso Keu sono in corso al Palazzo di giustizia di Firenze

di Carlo Baroni

FIRENZE

Un primo punto è stato messo. Nello scandalo delle terre avvelenate che, secondo le indagini della procura antimafia, sarebbero finite a tonnellate in 13 siti della Toscana, il giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Firenze, vagliate le richieste, ha sciolto la riserva sull’ammissione delle parti civili. In particolare – si apprende – il giudice ha ammesso le costituzioni degli enti pubblici e di altre associazioni come Legambiente, Libera, Movimento Consumatori, Gruppo Intervento Giuridico, residenti 429 e Comitato Vittime Podere Rota.

"Oltretutto, si evidenzia che tutte le parti ammesse – dice l’avvocato Luca Scarselli, che assiste anche sedici cittadini proprietari di terreni e case sulla Sr 429 Empolese-Valdelsa – hanno chiesto la citazione come responsabili civili dell’Associazione Conciatori, Consorzio Depuratore di Santa Croce, Consorzio Aquarno, Società Lerose Srl".

"Il Comune di Pisa e quello di Crespina Lorenzana hanno richiesto la citazione come responsabili civili del Comune di Santa Croce e della Regione Toscana, e la Provincia di Lucca solo del Comune di Santa Croce. – aggiunge il legale –. La citazione del responsabile civile avviene quando un reato è ritenuto posto in essere da una persona che riveste un ruolo in una determinata società privata o in un ente pubblico".

Il Grig, i residenti lesi dal Keu sulla Sr 429 e il Comitato Podere Rota hanno richiesto la citazione come responsabili civili del Comune di Santa Croce e della Regione Toscana. "La citazione, come responsabili civili, del Comune di Santa Croce e della Regione – prosegue l’avvocato Scarselli – risulta un atto doveroso vista la vicenda, e nel caso dei residenti della Sr 429 vista la richiesta danni (di 940mila euro) sopratutto qualora la Regione non volesse rimuovere il materiale contaminante dalla suddetta strada".

"Siamo soddisfatti – ha detto il presidente del Movimento Consumatori Toscana, Benedetto Tuci, – poiché questo risultato dimostra l’importanza del ruolo delle associazioni dei consumatori nell’impegno quotidiano in difesa dell’ambiente come elemento di tutela dei cittadini". "Si avvia oggi un processo di fondamentale importanza per la nostra regione - è il commento di Fausto Ferruzza, presidente Legambiente Toscana -: ottenere verità e giustizia su uno dei casi più gravi di inquinamento ambientale della nostra storia recente, è un obiettivo statutario di rango prioritario per la nostra associazione". "Consideriamo questo passaggio come l’inizio di un percorso con cui Libera Toscana continuerà a seguire il processo ma anche quelle che si prospettano come le indagini in prosecuzione", ha precisato Andrea Bigalli, coreferente di Libera Toscana.

Il gup Gianluca Mancuso ha respinto le richieste risarcitorie avanzate nei confronti delle aziende che rispondono di responsabilità amministrativa e ha rinviato all’udienza del prossimo 13 dicembre per decidere sull’ammissione dei responsabili civili. I capi di accusa contestati nell’inchiesta – la procura chiede il rinvio a giudizio di 24 persone e 6 società – vanno dall’associazione per delinquere finalizzata alle attività organizzate di traffico illecito di rifiuti e inquinamento ambientale, fino alla corruzione elettorale. Carabinieri forestali e Arpat, coordinati dalla procura - dopo aver bloccato con il blitz del 2021, quando scoppiò lo scandalo, il sistema di smaltimento illecito – da mesi pare stiano mettendo sotto osservazione altri luoghi potenzialmente interessati dal keu. Secondo indiscrezioni, gli esami e le verifiche di Arpat e carabinieri si starebbero concentrando su una sessantina di siti in tutta la Toscana. Ma su questo potenziale filone bis c’è massimo riserbo.