REDAZIONE PONTEDERA

Il vescovo porta la croce per la pace: "Date la mano a chi vuole cancellarvi"

Tanti fedeli alla processione per le strade della città e alla messa in cattedrale

La processione per le strade di San Miniato con il Santissimo Crocifisso di Castelvecchio portato dal vescovo Giovanni Paccosi

La processione per le strade di San Miniato con il Santissimo Crocifisso di Castelvecchio portato dal vescovo Giovanni Paccosi

SAN MINIATO

Il Santissimo Crocifisso di Castelvecchio è stato portato in processione per le strade di San Miniato per invocare la pace dal vescovo Giovanni Paccosi. L’evento ha rievocato un fatto accaduto 625 anni fa, quando il movimento penitenziale dei Bianchi, che chiedeva la riconciliazione tra le fazioni in lotta nell’Italia dell’epoca, giunse a San Miniato. Il Crocifisso trecentesco di Castelvecchio venne poi portato in processione in diverse città toscane dove si verificarono conversioni e miracoli.

"L’evento, unendo fede e storia, aveva come scopo principale quello di chiedere a Dio il dono della pace per la Terra Santa, per l’Ucraina e per tutte le aree del mondo colpite da conflitti – si legge in una nota della diocesi di San Miniato – Ampia la partecipazione di fedeli da tutta la diocesi e significativa anche la presenza dei sindaci e degli amministratori locali". Prima della processione, nel santuario, il vescovo Giovanni ha presentato il restauro della tavola raffigurante Cristo risorto, dipinta nel 1529 da Francesco d’Agnolo Lanfranchi. Quest’opera funge da sportello di copertura del Santissimo Crocifisso che rimane nascosta alla vista durante tutto l’anno. Il restauro, finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato e realizzato dalla restauratrice Sandra Pucci, ha dato nuova vita a un capolavoro.

La processione che si è snodata per le vie cittadine e ha avuto un primo approdo nella chiesa di San Domenico dove è stato recitato un rosario per la pace. Da San Domenico la processione ha raggiunto la cattedrale dove è stata celebrata la messa per l’inizio dell’anno pastorale. Durante l’omelia il vescovo Giovanni ha esortato "a non perdere mai la speranza, neppure di fronte alle sofferenze del mondo e alle guerre". "Sembra che non possiamo fare nulla per cambiare le circostanze del mondo, o che la nostra preghiera e il nostro silenzioso camminare per le strade siano solo aria – ha detto il vescovo – ma sappiamo che il mondo può trovare una luce. È nostra responsabilità allora essere coloro che, in mezzo alla violenza, vivono un rapporto di pace, coloro che tendono la mano all’altro anche quando l’altro vorrebbe cancellarci".