Il volto del Nannetti indiziato del delitto

Sommario: Inchiesta sull'omicidio di Flavia Mello Agonigi a Pontedera. Kristian Emanuele Nannetti in custodia cautelare, non il soggetto nelle foto. Profilo dell'accusato e contesto familiare. Avvocato sottolinea il bisogno di aiuto dell'uomo.

Il volto del Nannetti indiziato del delitto

Kristian Emanuele Nannetti, 34 anni, indagato per omicidio volontario e occultamento di cadavere di Flavia Mello Agonigi

Indagini ed approfondimenti sono in pieno svolgimento. L’inchiesta per omicidio volontario ed occultamento di cadavere è a carico di Kristian Emanuele Nannetti, 34 anni, meccanico con un lavoro saltuario che è qui sopra ritratto nella foto e si trova in custodia cautelare in carcere al Don Bosco di Pisa. La persona, invece, ritratta nelle foto uscite sull’edizione di ieri del nostro giornale, non è il soggetto accusato di aver ucciso Flavia Mello Agonigi: è semplicemente un suo omonimo che vive in altro paese della nostra zona – segnatamente a Fauglia – e che nulla ha a che fare con questa storia di cronaca nera. E di questo la redazione de La Nazione Pisa-Pontedera si scusa prima di tutto con il diretto interessato e con i suoi familiari, e poi anche con amici e conoscenti che hanno trovato il volto dell’uomo accostato ai servizi giornalistici sull’omicidio di Sant’Ermo. Fatta questa doverosa precisazione torniamo al soggetto che si trova in carcere. L’ Emanuele Nannetti arrestato (su Instagram aggiunge al nome anche quello di Kristian) era tornato a vivere da poco nel Comune di Casciana Terme Lari ed aveva trovato casa a Sant’Ermo dove ha ucciso la 54enne brasiliana. In precedenza aveva abitato a Pontedera, lungo la Tosco Romagnola. Da qualche anno è rimasto solo, dopo aver perso entrambi i genitori.

Al padre, morto qualche anno prima della madre, proprio su Instagram, dedica un pensiero chiedendo di "proteggerlo da lassù" e alla madre stessa, dice invece che avrà "sempre un posto speciale nel suo cuore". Aveva dunque perso due riferimenti importanti, il 34enne e da tempo viveva nel dolore e nel disagio, come ha dimostrato anche la casa dove era andato ad abitare – priva di energia elettrica e di mobili – dove si è consumata la tragedia. Il suo legale, l’avvocato Massimiliano Calderani, ha sottolineato che il suo assistito è "sconvolto per quello che è successo ed è un uomo che ora ha bisogno di aiuto".