REDAZIONE PONTEDERA

"Imparare allontana la violenza e la guerra. Uno strumento per stare dentro la realtà"

Il vescovo di San Miniato, monsignor Giovanni Paccosi, si rivolge ai ragazzi e alle ragazze

Il vescovo di San Miniato, monsignor Giovanni Paccosi, si rivolge ai ragazzi e alle ragazze

Il vescovo di San Miniato, monsignor Giovanni Paccosi, si rivolge ai ragazzi e alle ragazze

"Quando si domanda non si sbaglia". E’ la domanda centrale del messaggio augurale a tutti i bambini, i ragazi e le ragazze che stamani tornano sui banchi di scuola. "La domanda, avere domande, chiedere, voler conoscere – dice il vescovo Giovanni Paccosi, rivolgendosi agli studenti della dicoesi –, voler capire, è un’iniziativa che ognuno deve prendere, ma è quella che rende possibile crescere insieme e capire meglio tutti". "Ho vissuto quasi tutta la mia vita nella scuola, come alunno, come insegnante, e tutti gli anni l’inizio è sempre stata una grande sfida – sottolinea il prleato –. Vorrei suggerire tre frasi da mettere su degli striscioni in tutte le

classi, fin dalle classi dei più piccoli: ai più piccoli metterei un cartello con scritto "Tu sei un dono", perché è un aiuto semplice guardare una frase così e ricordarsi che prima di tutto ognuno di noi è un dono ma anche l’altro è un dono come me, da comprendere nella sua bellezza e anche da capire negli aspetti negativi che dobbiamo lasciare da parte".

"Poi metterei un’altra frase, forse questa è per i più grandi, ma è la famosissima frase che gli alunni della scuola di Barbiana avevano appeso sulle mura della loro stanzetta: "I care", cioè "mi interessa" – dice il vescovo –. Noi siamo portati spesso a dire: "A me non importa niente di questo, non mi importa niente di quello". Tanti ragazzi iniziando la scuola dicono: ’Che mi importa imparare la matematica o di imparare la chimica o di dover sapere cosa successe nel passato?’. Ma invece la realtà è tutta piena di un significato, un insegnamento per la nostra vita. L’attenzione ad essa, l’attenzione non come atteggiamento solamente formale, ma proprio come interesse - mi interessa, "I care" - è la base di ogni cammino. Perché il fine della scuola qual è? Che ognuno abbia più strumenti per vivere la sua vita, per stare dentro la realtà, per poter plasmare la realtà verso un futuro migliore. E più noi comprendiamo, più sarà difficile cadere nelle spirali dell’odio, della violenza, della guerra".