E’ un giovane residente nel Comprensorio del Cuoio il soggetto che ha minacciato l’infermiere al centro di salute mentale di San Miniato puntandogli alla tempia una sacciacani priva di tappino rosso. Un episodio grave ed inquitante sul quale prende posizione il sindacato NurSind. "Ci troviamo sempre più spesso - spiega Gianni Piccini, della segreteria di NurSind Empoli - davanti a fatti gravissimi che vedono protagonisti loro malgrado infermieri e personale sanitario. Appena una decina di giorni fa a Prato si è verificata un’aggressione da parte di un paziente psichiatrico ai danni di due infermiere e un’Oss, adesso siamo davanti a un paziente che addirittura punta la pistola alla testa di un infermiere per farsi consegnare un farmaco.
"Ho chiesto un tavolo urgente all’Asl - conclude Piccini - perché il problema sicurezza si fa sempre più urgente ogni giorno che passa. In particolare le maggiori criticità si continuano a riscontrare nei pazienti con doppia diagnosi, tossicologica e psichiatrica, per i quali è evidente serve un diverso sistema di approccio. Dobbiamo lavorare per cambiare i paradigmi di gestione di questi pazienti, perché è del tutto evidente che così non si può più andare avanti".
Il giovane, da quanto ricostruito dai carabinieri di San Miniato che conducono le indagini, mercoledì scorso poco dopo le 17 voleva farsi consegnare un farmaco, ma l’intervento di una collega dell’infermiere sotto minaccia lo ha fatto desistere ed è fuggito a piedi. Poco dopo l’uomo è stato arrestato per tentata rapina dai militari dell’Arma i e accompagnato in carcere. I sanitari hanno riconosciuto l’uomo in quanto era stato visitato e identificato nella stessa struttura circa un’ora prima dell’accaduto, e le successive ricerche dei militari hanno permesso di rintracciarlo a casa mentre usciva insieme al padre. A seguito di una perquisizione personale e domiciliare i carabinieri hanno trovato e sequestrato la pistola scacciacani priva di tappo rosso, ritenuta l’arma utilizzata per la tentata rapina e anche 40 grammi di hashish in parte in tasca e in parte nell’armadio di casa.
Carlo Baroni