CARLO BARONI
Cronaca

"Il keu davanti alla giustizia amministrativa"

Le terre avvelenate sono oggetto anche di un ricorso per stabilire chi deve provvedere alla bonifica del cantiere di Ceppaiano

Carotaggi della Procura nelle terre sospettate di essere avvelenate dal keu

Carotaggi della Procura nelle terre sospettate di essere avvelenate dal keu

Crespina Lorenzana (Pisa), 26 aprile 2022 - Il caso keu, in fase di indagine penale, avrà un passaggio anche davanti alla giustizia amministrativa. Succede a Crespina Lorenzana, una delle tredici località della Toscana interessate dalla vicenda delle "terre avvelenate". Il keu – al centro di un’inchiesta della procura antimafia di Firenze (19 gli indagati a vario titolo) – è emerso, lo ricordiamo, in un cantiere che Acque Spa, aveva dato in appalto lungo la strada comunale che va da Ceppaiano ai Gioielli per la sostituzione di una condotta idrica. Comune e Acque sono totalmente estranei alla vicenda e – spiegò una nota del sindaco Thomas D’Addona del novembre scorso – si costituiranno come parte lesa "nei confronti dei responsabili di questo inquinamento, per come saranno individuati dalla magistratura".

Ma perché le terre utilizzate in quel cantiere finiranno davanti alla giustizia amministrativa? Il Comune manifestò immediatamente la volontà che si procedesse quanto prima alla rimozione del materiale inquinato e alla bonifica dei luoghi, e questa posizione fu condivisa fin dal primo istante anche da Acque Spa. Da qui l’ordinanza del Comune nei confronti del gestore idrico per la rimozione del materiale e del terreno contaminato e per la bonifica del sito nel cantiere. Una atto, l’ordinanza sindacale, che Acque Spa ha impugnato in un ricorso straordinario al presidente della Repubblica e che porterà ad esprimersi nel merito il il Consiglio di Stato. Un duello tra i due enti? Affatto. "Il Comune non poteva che fare questa scelta – spiega il primo cittadino –. E’ chiaro che Acque Spa non c’entra alcunché con la presenza di keu. Ma quello è un cantiere di Acque Spa e noi è il gestore idrico che “conosciamo“ ed al quale ci rivolgiamo, ritenendo che poi lo stesso debba rivalersi su chi ha effettuato i lavori utilizzando le presunte terre non conformi. Acque non ha messo il keu, ma non sta al municipio indagare chi l’ha fatto".

Per Acque Spa il ricorso ha uno scopo preciso che non è quello di una contrapposizione il Comune. Ma bensì quello, utilizzando il percorso della giustizia amministrativa di sapere cosa deve essere fatto, chi sono i responsabili e chi deve pagare. Tutto questo lo diranno i giudici mettendo da una parte Acque Spa e dall’altra il Comune nelle condizioni di risolvere la vicenda nel rispetto della legge, nella massima trasparenza e con l’efficacia che questa richiede. Giuseppe Sardu, presidente di Acque Spa lo spiega con chiarezza.

"Quando abbiamo appreso delle eventuale presenza di keu – sottolinea Sardu – abbiamo fatto partire con Arpat una procedura di caratterizzazione del luogo finalizzata a capire tipologia di materiale utilizzato, livelli di pericolosità ed altri parametri. Una lavoro che prescinde dalle responsabilità e che è ancora in corso". "Un lavoro – aggiunge Sardu – i cui risultati saranno decisivi per stabilire metodi e procedure per gestire queste terre". "Il ricorso che abbiamo presentato è finalizzato a “cristallizzare“ le responsabilità di quella presenza – conclude Sardu – e di conseguenza a stabilire chi deve rimediare e pagare. Nessuna contrapposizione con il Comune che ha agito a tutela del territorio e della salute. Finalità che sono anche le nostre, ma si tratta di investire soldi pubblici e dobbiamo farlo con direttive precise". L’ obiettivo resta condiviso: una soluzione per 1800 tonnellate di terre sospette.